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Noi dei blog

Da Ivy

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Ci può capire soltanto chi ha mangiato insieme a noi dalla stessa scodella. (dalla lettera di una ex detenuta dell’ucraina occidentale – in Solzenicyn – Arcipelago Gulag)

 

Il blog ha una forte dimensione relazionale, rende possibile intessere relazioni reciproche con i lettori, fa si che un post da elemento individuale diventi elemento sociale permettendo ad altri di esserne partecipi e di comunicare qualcosa al riguardo, ovviamente commentando. Permette un giro di conoscenze, relazioni sociali, “blog friends”, cioè conoscenze con altri bloggher che si mantengono abbastanza stabili nel tempo, perché leggendosi vicendevolmente ci si conosce e si instaura una certa fiducia verso quella persona di cui ci formiamo il quadro inerente alla sua personalità leggendo i suoi post.

Le relazioni che vengono stabilite attraverso i blog sono indubbiamente di buona intensità relazionale, perché a leggere un post magari serioso e lungo (tipo questo), senza esserne costretti vuol dire essere davvero interessati a quel che ha da dire il bloggher nonché a far conoscere col commento alla fine la propria opinione.

L’efficacia del blog è legata ai commenti che riceve. Questi dimostrano la propensione a cooperare al blog espressa dagli altri bloggher o da semplici lettori, ospiti casuali e possono accrescere in modo significativo il valore del post stesso.

I commenti sono cooperazione sinergica idonea ad aggiungere altri punti di vista al post, raccontati in modo formale o confidenziale, anche contrastanti (quale più facile via alla critica?) ma sempre e comunque arricchenti e che fanno raggiungere al post obiettivi impossibili da toccare, soltanto con il solitario scritto dell’autore del post e senza l’aiuto dei commentatori. Questi integrano il post con nuove informazioni mettendo in grado chi ha scritto il post e chi passa a leggere, di elaborare diverse valutazioni e giudizi sull’argomento in proposito. A volte sono solo commenti di sfondo con semplici saluti, non direttamente collegati al contenuto del post, sono le “voci fuori campo” ma pure questi dimostrano l’ottima capacità dei blog di tenere insieme gli individui in reti di reciprocità stabile.

Perché le relazioni sociali fra i bloggher implicano reciprocità: io commento da te e tu da me. È un passare a farsi visita, ma non costa fatica fermarsi a salutare conoscenti o amici, anzi. La permanenza dei legami fra bloggher (alla fin fine se un post piace probabile si ritorni a leggere anche gli altri) mostra quanto il nocciolo di un blog sia appunto la reciprocità, condizione indispensabile anzi il modus vivendi fra i bloggher.

C’è una fiducia e una spontaneous sociability (alla Fukuyama) fra bloggher. Commentare è una forma di cooperazione tra di noi, un dare il nostro piccolo contributo al post appena letto.

Il denominatore comune di tutti i blog è rappresentato dalle relazioni che si costruiscono in rete con visite e commenti. Relazioni e visite non imposte, non obbligatorie ma liberamente vissute e tipiche soltanto dei rapporti di amicizia e conoscenze fra i singoli individui.

Nessuno ha obblighi, nemmeno il titolare del blog, che può continuare ma anche chiuderlo, aprirne un altro o averne più di uno se riesce a trovare il tempo. Uguale per i commentatori e lettori.

Certo, in genere si moderano i commenti perché salta all’occhio che molte persone perdono la giusta misura e commentano offendendo, magari apposta (e con lo spirito vile proprio di chi si può nascondere nell’anonimato). Di imbecilli (trolls in rete) è piena la Terra e quasi tutti i bloggher almeno una volta ne hanno avuto a che fare. Ma essere contro la censura non preclude di essere anche contro alla censura di ogni censura.

Internet è il canale comunicativo ad hoc per mantenere relazioni (personali e non) separate da una anche notevole distanza spaziale e per crearne di nuove. Come oggi è normale avere amici in altri continenti e basta una video telefonata al computer per non perdersi di vista, è ugualmente ovvio che non esistano vincoli spaziali ma neanche temporali (digitando su un motore di ricerca le parole dell’argomento che stiamo cercando ci può apparire qualche post datato anche di anni che ne parla) per la lettura nei blog.

Aggiungo che un blog che apre a possibilità di cooperazione, crea relazioni stabili (i lettori fissi), con tanto di partecipazione emotiva ai post è perfettamente inerente al concetto di capitale umano, anzi capitale sociale, e del tipo positivo.

La buona riuscita di un blog dipende indubbiamente da questo, cioè dall’estensione del raggio di capitale sociale che il blog può effettivamente intrattenere e mobilitare, perché un blog è essenzialmente un fenomeno collettivo.

Scrivere su un blog e non interagire con gli altri bloggher vuol dire avere un blog inospitale che non si interessa affatto dei visitatori. Di più! A farsi leggere e non ricambiare si dimostra una personalità egoista che vuol ricevere senza dare, che disprezza i commentatori in quanto non li ritiene al suo livello, visto che non si prende la briga di passare da loro a leggerli, cercando di capire chi sono e cosa hanno da comunicare. Invece non c’è modo migliore per dimostrare quanto siano graditi i commenti se non rispondendo a questi sul proprio blog o andando a leggere cosa scrivono nei loro gli autori.

La blogosfera alla fin fine è questo: individui che collaborano fra di loro commentando nei loro blog preferiti. Sicuramente meglio che la televisione.

“Il capitale sociale è l’insieme di quei beni tangibili che contano maggiormente nella vita quotidiana delle persone, vale a dire buona volontà, amicizia, solidarietà, rapporti sociali che costituiscono un’unità sociale”. (Lydia Judson Hanifan – definizione di capitale sociali, agli inizi degli anni ‘20)


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