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Noi ectoplasmi

Creato il 22 luglio 2010 da Missxd
Tra tutte le specialità della sagra delle violenze che credenti e credini perpetrano ai danni di chi non è dei loro, sostengo che "in verità tu credi in Dio, solo che sei troppo pigro/a per andare a messa e/o preferisci farti i cazzi tuoi" sia una delle peggiori in assoluto, non inferiore a quella di un bel ceffone. Quell'azione di rifiuto, infatti, hai il pregio di negare in maniera inconfutabile il distacco rispetto a quella gente. La logica (aberrante) è: "tu non sei come me, quindi sei inferirore, mi fai schifo, ti rifiuto o ti punisco". La seconda azione, invece, va a negare l'esistenza stessa della tua idea. "Tu non ci sei, tu non esisti, tu sei solo frutto della mia immaginazione": è chiaramente la logica di una persona spaventata, in questo caso dal pericolo di mettersi in discussione.
Indipendentemente dalle motivazioni, questo implica diverse cose, una più vomitevole dell'altra. Una di queste è che se è vero che io sotto sotto credo in Dio, e non in un dio qualunque ma nel Dio che dice l'interlocutore, quando il suo sacerdote parla dal pulpito, magari dicendo delle belinate cosmiche quali il sostegno al creazionismo, la bontà di una teocrazia o la castità come valore, lo fa anche a nome mio. Ma io l'ho urlato forte che queste cose non le voglio, e che le ritengo indegne di un paese civile, che le aborro, che non sono le mie. Sostenetelo, ma non in mio nome. Perchè se no mi sarei sbattezzata?
Non dimentichiam, inoltre, che con queste premesse chiunque farebbe bene a cercare di fare in modo che non mi vergogni di questa credenza che aleggia nel mio subconscio e farla quindi riaffiorare in superficie. Sapendo quali sono storicamente i metodi di rinsavimento (leggasi: tortura) della Chiesa Cattolica Apostolica Romana la cosa mi inquieta alquanto, anche se oggigiorno tende a limitarsi all'imporre le sue convinzioni per legge ed alla fracassatura di maracas. Non c'è verso, quindi, di far capire al molesto interlocutore che deve smetterla coi tentativi di proselitismo: in realtà sono solo ubriaca di vivere, per lui, e compito suo è farmi passare la sbornia. Se facessi io il contrario, per assurdo, la risposta sarebbe: "perdonala, signore, perchè non sa quello che dice". In realtà lo so benssimo, ma non è il caso di farglielo notare: sono solo un fantasma.
Eppure ricomincio ad esistere appena sono un cattivo esempio per gli altri, una peste da evitare, una cavia per i predicatori. Sono in un eterno limbo tra l'essere e il non essere, e forse solo quel ceffone potrebbe riportarmi con le mie idee alla condizione di corporeità.
Finchè ci sarà chi la pensa così non si potrà costuire niente: solo tra esseri corporei e compos sui si possono gettre le basi per un progetto di convivenza comune, ma i fantasmi, anche per la religione cattolica, non esistono, per cui parlare con essi è roba da pazzi. Puoi calpestarli, mio fedele, perchè intanto sono solo aria.

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