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Noi, i gladiatori del terzo millennio

Creato il 21 ottobre 2012 da Nonzittitelarte

Noi, i gladiatori del terzo millennio Il problema più grande dei teatri lirici: le cariche politiche. Mi sembra una cosa incredibile che un posto di rilievo così importante come una carica dirigenziale, debba essere sempre territorio della politica. Va bene il presidente perchè, essendo il sindaco, ci permette ( o così dovrebbe essere) di avere un filo diretto con i finanziamenti “politici” e anche il cda, in quanto rappresentanti della politica nostrana…anche se ho dubbi pure per queste cariche, ma credo fortemente che i teatri lirici, in quanto templi della musica sacra, dovrebbero essere stretto arbitrio di rappresentanti della stessa e non “tavoli” di discussioni e accordi…sulla pelle dei lavoratori.

Ciò che penso profondamente è che l’arte non dovrebbe avere nessun contatto con la politica e non dovrebbe essere monopolio della politica, semplicemente apolitico, un luogo dove si incontrano spiriti nobili, al di sopra di ogni partito: un luogo di mediazione, dove ci si dovrebbe dimenticare di tutto ciò che affligge il popolo. Un luogo di ricreazione, questa è l’arte. Ed invece siamo merce di scambio, e tutto si contempla (da parte delle alte sfere) tranne che l’arte. E’ la macchina Italiana, questo mostro che si muove calpestando il popolo e i suoi sentimenti. Una macchina che macina la cultura (macina nello stretto significato della parola: distrugge) e predilige i numeri, le statistiche, le poltrone “papabili”.

Noi, gli ultimi gladiatori della musica, nelle mani di giovani re che ci considerano “vecchi” e considerano vecchia la nostra arte. Giovani re, ai quali è stato regalato un regno, per amicizia? Per successione gerarchica? Per speranze manipolatorie? Non ci è concesso saperlo e forse non ci interessa saperlo. Ciò che ci interessa è portare avanti il nostro ideale: fare musica. Aldilà dei colori politici, aldilà delle lotte tra leoni (senza più una criniera) e giovani gatti travestiti da leoni, sotto l’ala dei loro paparini.

Noi, giovani e vecchi gladiatori della musica, siamo i veri ribelli, quelli che, sul palcoscenico, cambiano la vita di chi li ascolta. La musica classica, potente elisir di lunga vita, scacciapensieri, panacea di tutti i mali. Chiamatela vecchia, chiamateci noiosi…la verità è che la musica classica è stretto arbitrio di menti rare; persone che riescono a sognare ascoltandoci. Noi, e con noi chi ci ama, siamo il popolo degli eletti. E se gli altri, affogati dai numeri e dalla politica, non ci capiscono…ci rammarichiamo ma andiamo avanti a testa alta.

Donatella Carta

violinista dell’orchestra del Teatro lirico di Cagliari

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