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“Noi Rebeldìa 2010. we are winning wing”. Presentazioni a Firenze e Roma

Creato il 24 novembre 2012 da Retroguardia

“Noi Rebeldìa 2010. we are winning wing”. Presentazioni a Firenze e Roma

Noi Rebeldìa 2010

we are winning wing

Introduzione di Francesca Medaglia

Postfazione di Marta Barbaro

ISBN 978-88-897224-52-5

Edizioni CFR – 2012   http://www.edizionicfr.it/Libri_2012/051%20we%20ware/rebaldia.htm

Presentazioni a

Firenze, Caffé Giubbe Rosse, Piazza della Repubblica, 13/14r

Venerdì 29 novembre – ore 17:30

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Roma, Lavatoio Contumaciale, Piazza Perin del Vaga, 4

Sabato 1° dicembre, ore 17:30

     con

Maria Teresa Ciammaruconi – Vincenzo Balena

I volti di Lou

(formato 17 x 24, poesie di M.T. Ciammaruconi, sculture di V. Balena)

ISBN 978-88-897224-40-2

Edizioni CFR – 2012  http://www.edizionicfr.it/Libri_2012/048%20ciammaruconi/Lou.htm

Partecipano Antonino Contiliano, M.T. Ciammaruconi, l’editore e di alcuni autori.

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Un gruppo di scrittori ribelli, che si identificano con un nome collettivo (“Noi rebeldìa”, ossia “Noi rivoltosi”) gioca con la rete”, come scrive Marta Barbaro, e si inventa un testo collettivo. I loro nomi:

Franca Alaimo, Giuseppe Aricò, Gherib Asma, Nadia Cavalera, Massimiliano Chiamenti, Antonella Ciabatti, M. Teresa Ciammaruconi, Giovanni Commare, Ivana Conte, Antonino Contiliano, Beppe Costa, Valerio Cuccaroni, Davide Dalmiglio, Antonio Fiore, Stefano Lanuzza, Mario Lunetta, Bianca Maria Menna, Francesco Muzzioli, Giovanni Nuscis, Leonardo Omar Onida, Natalia Paci, Marco Palladini, Giuseppe Panella, Emilio Piccolo, Luca Rosi, Francesco Sasso, Gianluca Spitalieri, Lucio Zinna.

Il testo ha ovviamente carattere sperimentale: nasce per gioco e poi cattura attenzione e impegno progredendo nell’elaborazione. Gli autori sono poeti di ogni parte d’Italia che si considerano “avanguardisti”, ossia sperimentatori. Essi hanno scommesso sulla possibilità di scrivere un poemetto speciale, partito da alcuni versi, ai quali ognuno ha poi aggiunto altri versi, fino alla stesura del testo definitivo, che avviene in cinque “step” (in realtà sono più aggiustamenti e revisioni e, man mano, aggiunte di nuovi componenti, ma le principali stesure sono le cinque “in progress” riportate nel volumetto). Nel primo “step” il poemetto è di otto pagine: nell’ultimo di 20 pagine. Interessante anche scoprire il che modo si sono inserite le aggiunte e con quali effetti.

Nonostante la diversità di stile, di carattere, di linguaggio, di concezione della funzione della prosodia e del senso stesso di “verso”, il poemetto mostra una coerenza sorprendente e si lascia leggere molto agevolmente. Il risultato è, quindi, anche una dimostrazione di come si possa lavorare insieme senza snaturare la propria soggettività e originalità, creando qualcosa che allo stesso momento esprime le diverse individualità e le loro somme, ossia il gruppo, perché, crediamo, alla base di questa sperimentazione vi era un autentico spirito di collaborazione e un rispetto profondo per l’identità dei compagni di avventura – o, in altre parole, la capacità di decentrare il proprio egotismo e assumersi, ognuno, la responsabilità del progetto comune.

Un esperimento singolare e molto riuscito, che può essere un valido esempio di collaborazione fra intelligenze artistiche, pur diverse e di creatività a tutto campo.

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Una poeta sperimentale calabrese importata a Roma, un artista milanese di rara bravura, e poi il soggetto, la straordinaria Lou Salomé, donna di acutissima intelligenza che conobbe artisti, scienziati e poeti di mezza Europa, influenzandoli, in qualche modo, con la sua forte personalità.

Ecco l’intreccio che dà origine alla collana “Ibrida” di CFR, con questo primo titolo, che presenta 12 riproduzioni di sculture (di Vincenzo Balena) e 12 meditazioni poetiche (di M. Teresa Ciammaruconi).

Maria Teresa Ciammaruconi dell’incontro ha fatto un suo carisma, unendo in progetti di arte e vita amici, sodali, scambi intensi di visioni sul mondo per stare con decenza nel mondo, rifuggendo la compiacenza, sempre più estendendo le possibilità della sua cifra stilistica fatta di una scrittura esuberante ed infocata. Ha abbracciato l’esistenza di Lou Salomé e ha cercato di ricongiungere attraverso la lingua della poesia i molti volti con cui Lou ci è stata tramandata. La donna, l’intellettuale, la ricercatrice, la scrittrice, la moglie, l’amante scrive ad amici, sodali, marito, amanti attraverso la scrittura di Maria Teresa che è irriverente e rispettosa, esuberante e disciplinata. E non sono questi aggettivi di facile elencazione ossimorica ma realtà delle molte possibilità di scrittura dell’autrice che attaglia il suo spirito, la sua lingua all’ombra di Lou facendo venire fuori il suo corpo, la sua materia, la sua sfida nell’impedire al mondo di ridurla ad uno. Non è un caso che Maria Teresa scelga il pretesto della lettera – che nulla ha del carattere di epistola – per seguire il gioco della moltiplicazione; lo scrivente diventa anche un po’ destinatario e ognuno di essi riceve parti di verità che hanno attraversato le altre vite prendendo da uno, dando all’altro in una proliferazione di soggettività che riporta alla inesorabile irriducibilità di una donna che ha sfidato profezie, rotto convenzioni, anelato a mète precluse

(Mariella De Santis)

lettera a Friedrich

A me non serve la tua casa – Friedrich – e il tuo povero nome

finirà masticato sotto i denti degli affamati

ti ho incontrato patetico nella società dei passi eleganti

ardente e vergognoso nell’anomalia che faceva di te un vecchio a quarant’anni

e ragazzo per sempre dove dioniso rubandoti al mondo ti devastava

io per prima con gli occhi aperti sono corsa incontro alla meteorite di luce

caduta alla disperazione del tuo sguardo accecato e ho riconosciuto il profeta

il plasma germinale il sacro rinato dalla negazione

non lascerò che tu uomo tocchi me donna

non permetterò che tu rinunci al dio parassita nei tuoi precordi

strappo invece la carne all’eros e affilo il rasoio della tua libidine

per lo squarcio che infliggerai nel corpo imputridito di questo tempo

esploderà all’urto delle tue parole

con le tue parole

non con le mani prendimi affinché sia per sempre

io credente senza dio ho mondato il tuo desiderio dalla caducità

e l’ho portato luccicante sotto la cattedrale

perché cadendo ci schiacciasse nella desolazione

senza ritorno di questa Europa bella e gonfia nella sua agonia.

Neanche lui, il maestro, l’astro del pensiero nascente, Nietzsche godrà dei favori di Lou. Inutilmente per lei scende dalla cattedra.

Il professore posa accanto a Paul Rée, davanti all’obbiettivo di Monsieur Bonnet. Lou ventenne alle loro spalle tiene entrambi per le redini.

Il mondo li guarda e arrossisce.

Elisabeth, sorella di Friedrich, lo sa che quella donna è una strega e si dispera. Ma non riesce a farla bruciare sul rogo. La risata di Luo la perseguiterà, immune agli strali dei benpensanti.

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