Noi Rebeldìa 2014.0.1. http://retroguardia2.wordpress.com CITTADINANZA APOLIDE, testo collettivo anonimo.
CITTADINANZA APOLIDE
mai fatto parte del nostro stanco dna il disgusto sì idem la nausea
qui solo immagini frantumate riflesse da specchi rotti chi scrive
questi versi maledetti è un clandestino che parla col vento niente
vittimismi ma ancora progetti folli sorsate di delirio viaggi ciechi
lungo mura diroccate laghi di stagnola sogni da apolide morto
Sbarcato su un atollo ho gridato: son satollooooo! Poscia al sorgere
del sole ho bendato occhi e cuore! Da lontano un fil di fumo dato
al naso ha il suo profumo…ho rivolto allor l’istanza per la mia cittadinanza
per godere di quel fumo dato agli occhi e dentro il cuore alla vista
di quel… Sole che grigliava alla speranza con… un pollo nella panza!
allora il delirio dei vestiti nuovi (la mensa della potenza)
i suoni granelli del big bang i fili d’erba nel grano dei fotoni
una resistenza di venti e più densi passi di danza a fondo
ora non c’è zero di tregua e più una stanza che non balli e sballi
e guerra canta apolide di alleanze il noi dell’intemperanza
e rimane quest’olio nero di sansa da ingurgitare come ricino
di glicine in ruvide bollicine frivole su stracci di preziosi arazzi
li ricordi? Tu che il mondo ammorbi coi tuoi sogni immondi
che hanno fermato lo scorrere del fiume in un pattume
il brillare del sole in un melone avariato dal tempo precariato
e rimangono alfa e omega, cerchio e spirale nel nero del silicio,
nel turbinare inquieto di elettroni nel guado, nella radura
di questa foresta di pixel. intelligenza apolide di cavi, di memorie zelanti
sottomarine, come pietre, ortostati del nulla, nutrienti del noi,
delle nostre grotte, della danza del fuoco acceso, all’ombra dei monitor
così mio figlio è nato lo stesso, lontano dal progresso dai monitor da me
figlio di un sistema sbagliato inadatto al continuo vagabondare degli esseri
figlio fagocitato da una nuova globalizzazione vestita di tutto punto
cieca al bisogno cieca al rifugio cieca al diritto di vagire e succhiare
colostro dal seno di una madre non ancora mutilata nel corpo e nella terra
e me ne vado solo per i golfi d’ombre con il veliero di navigante esperto
spericolato e destreggiando a stento le nude vele contro il monsone
via da città di piombo ov’è scoccata ormai tremula l’ora degli addii
verso i profondi antipodi del mondo ubriaco di tempeste, e ubriaco anch’io,
cittadino impolito apolide fuggiasco e farfalla d’amore, verso Est!
verso l’Abisso calmo del cittadino apolide, con in fronte l’invisibile
falso limite, scintilla da custodire, costellazione d’oblio, urto brillante…
naufragio questo aprire la mano tremante in cerca d’approdo
del poco pane intatto e della vita che fugge nel deliquio sugge pregno distrugge
dentro il porto smorto… prendere la vita e trasformarla, impastarla.
L’Italia è un nome fittizio, uno slogan gridato forte
sugli spalti leonini delle partite internazionali,
una pila di fogli rinserrati da un enorme fermaglio per legare chiacchiere sazie.
Nato a Itaca dei Borboni, non so essere italyano: chiunque dentro le rotte della vita
è nessuno e, da solo, un’intera nazione.
In chiave Spending sforbicio gli steccati post-bellici/atomici/freddici
dell’esodato pianeta vecchio scosso a cavallo fra Venere e Marte:
cieli, mari, terre, incorrect politically in guisa, spassaporto.
Oltre la cortina lunghetta della ruggine l’utopia irriducibile cova:
uno Stato di cuore e di mente, di fatto e di diritto, singolare e plurale.
Amo i mappamondi increspati di monti pianure mari
Provo repulsione invece per gli innaturali confini degli stati
dove per districarsi serve il passaporto. Terra di nessuno è il mare!
Alla gigante piovra m’apparento piuttosto che a quelli che m’impongono
di scegliere tra blocchi contrapposti con differenze minime o sostanziali.
Il soggetto poetico collettivo e anonimo “Noi Rebeldía 2014.0”
e le regole di partecipazione
“Noi Rebeldía” è il nome di un soggetto collettivo poetico che si sperimenta nella costruzione di un testo collettivo poetico comune e in rete. Un’operazione costruttiva dove il soggetto e la soggettività singolare del singolo poeta, chiamato a partecipare, si presenta come “io noi”, ovvero una voce che parla con la voce del gruppo. Un’intelligenza e una volontà collettiva che, allegoricamente attraversate e motivate da un “disinteresse-interessato” per il “bene comune” e la “poesia bene comune”, sono orientate a una produzione poetica in cui le scelte estetico-simboliche e/o linguistico-semiotiche siano “sema” etico-politico e antagonismo sociale, e la potenza d’uso della poesia, della lirica, non sia più deprivata dell’impegno.
Del fare poesia e “lirica” dell’impegno comune, il soggetto po(i)etico “Noi Rebeldía”, praticando due diverse procedure – la prima proponendo innesti a partire da un testo già compiuto; la seconda dalla proposta di un incipit di 5 versi che altri 11 partecipanti, muovendosi all’interno del nucleo semico proposto come significanza pratica essenziale, dovevano proseguire con altri innesti di 5 versi ciascuno –, ha dato prova di fattibilità con WE ARE WINNING WING (“Noi Rebeldìa 2010”: retididedalus.it) e L’ORA ZERO (http://www.retididedalus.it/Archivi/2013/maggio/LUOGO_COMUNE/4_multitesto.htm).
L’ora zero, come è stato per We are winning wing, è messo online su www.retididedalus.it, e proposto, ad altri siti e blog di poesia (italiani e non italiani).
Oggi, 2014, l’esperienza e la sperimentazione del “Noi Rebeldía”, il soggetto po(i)etico collettivo e anonimo, continua a proporre l’impegno e la sfida sia raccogliendo altre adesioni nella rete, sia trovando altri siti per mettere in video e ascolto il maturato della propria azione poetica “comune” e conflittuale. I testi collettivi anonimi, compreso l’incipit iniziale, saranno di 11 lasse ognuno.
Ogni gruppo che condivide l’esperimento e partecipa come “Noi Rebeldía” deve rispettare le regole seguenti: 1) la composizione deve coinvolgere 11 poeti diversi; 2) ogni lassa (delle 11 finali) deve avere solo 5 versi; 3) il poeta che prende l’iniziativa e contatta gli altri terrà in serbo i nomi di ciascuno e non li renderà pubblici; 4) una nuova composizione, dove nasce una nuova iniziativa, se si vuole, può prelevare una sola lassa di 5 versi dai testi già in rete e sviluppare un nuovo testo di 11 lasse (coinvolgendo naturalmente solo altri 10 poeti diversi); 5) ogni pubblicazione deve essere firmata (cfr. eventualmente il sito di Nadia Cavalera) come segue: Noi Rebeldía 2014.0.1 seguito dall’indirizzo (url o bolg) ospitante; 6) se lo stesso sito ospita un altro testo la numerazione deve essere progressiva: Noi Rebeldía 2014.0.2 + l’indirizzo (url o bolg) ospitante. Ogni iniziativa è invitata al rispetto delle regole proposte. Si prevede anche la possibilità di un’edizione cartacea dei lavori, rendendo pubblici tutti i nomi (ma senza legarvi la paternità o maternità delle singole lasse; le versioni rimarranno sempre come testi collettivo-anonimi). Ogni poeta che prende l’iniziativa, nel contattare gli altri, è opportuno che comunichi quanto alle regole.
Noi Rebeldía in rete:
1. http://www.retididedalus.it “Noi Rebeldìa 2010”: we are winning wing)
2. http://www.retididedalus.it (“Noi Rebeldìa 2010.1.1”; we are winning wing
3. http://www.retididedalus.it/Archivi/2013/maggio/LUOGO_COMUNE/4_multitesto.htm (Scritture collettive-L’ora zero)
4. http://www.retididedalus.it/sommario%20sito.htm (Scritture collettive-L’incesto politico)
5. http://www.nadiacavalera.it/news/2014/lampedusa-degli-sbarchi.html
6. http://www.nadiacavalera.it/news/2014/dalle-terre-mafiomorre-testo-collettivo-anonimo.html
7. Noi Rebeldìa 2014.0.3.http://www.nadiacavalera.it. VITA INACTIVA, testo collettivo anonimo
8. http://www.levania.it/index.php?option=com_content&view=article&id=39:esperantilla-testo-collettivo-anonimo&catid=17&Itemid=144 (Esperantilla)
10. http://www.argonline.it/index.php?option=com_content&view=article&id=744:il-patto-matto&catid=5:pezzi-di-vetro-versi&Itemid=27(IL PATTO MATTO).
11. http://www.poesia2punto0.com/2014/04/07/noi-rebeldia-2014-testo-collettivo-anonimo/ (FOEMINA, aprile 2014)