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Anni novanta. I social ancora non esistevano, gli amici si chiamavano sul telefono di casa, dei lettori mp3 non c'era traccia e per ascoltare le canzoni preferite in macchina con gli amici erano essenziali le audiocassette. Erano gli anni della lira, del floppy disk, della manina appiccicosa delle patatine, gli anni degli Oasis. Perciò questo film piacerà a chi quegli anni non li ha vissuti, ma sicuramente piacerà di più a chi invece c'era.Protagonista di Noi siamo infinito è Charlie, un ragazzo timido, solito a tenersi in disparte ed osservare il mondo intorno a sé, con alle spalle un passato difficile che gli crea non poche difficoltà a relazionarsi con gli altri. Ad aiutare il giovane protagonista ci pensano Sam e Patrick, estroversi e gioiosi, veri e propri outsider che poco hanno in comune con gli altri studenti, due ragazzi appartenenti al "mondo dei giocattoli imperfetti" che porteranno Charlie alla scoperta del primo bacio, delle prime feste, delle prime vere amicizie. Detta così potrà sembrare anche una trama già vista e scontata, ma mentre scorrono i minuti non si può fare a meno d'intraprendere un viaggio nella memoria, di riconnettersi ad emozioni e sensazioni che si credevano perse per sempre e quindi di rendersi conto che di scontato questo film ha ben poco. Noi siamo infinito potrebbe essere definito quasi un invito a non soffermarsi alla superficie delle cose, perché "nessuno è come sembra. Non sai mai cosa le persone stanno passando, dietro le loro porte chiuse. Anche la persona più forte che abbiate mai conosciuto ha le proprie insicurezze. Anche i più tosti hanno bisogno di amore". I protagonisti sono semplicemente perfetti e convincenti nei loro ruoli, bella la fotografia, la regia non è banale anche se è la colonna sonora a dare un tocco in più alla pellicola: si passa dagli Smiths a David Bowie, senza dimenticare un omaggio ad un cult assoluto del cinema come The Rocky Horror Picture Show.Un film bello e delicato, che incanta ed emoziona grazie alla sua capacità di raccontare temi difficili con estremo tatto ed intelligenza. Le scene del film riaffiorano nella mente anche dopo giorni dalla visione, un po' come accade con le canzoni che si ascoltano alla radio mentre si guida, con il finestrino abbassato, il vento che sfiora il viso e la sensazione di essere, appunto, infiniti.
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