Titolo originale: The perks of being a wallflower
Autore: Stephen Chbosky
Edizione: Sperling & Kupfer
Pagine: 271
Prezzo: €14.37
ISBN: 978-8820053222
Trama
Tra un saggio scolastico su Kerouac, una canzone degli Smiths e una citazione del Rocky Horror Picture Show, scorrono i giorni di un adolescente per nulla ordinario. L'ingresso nelle scuole superiori lo lancia in un turbine di prime volte: la prima festa, la prima rissa, la prima cotta... e via salendo nella scala dell'adrenalina. E Charlie, più portato alla riflessione che all'azione, affida emozioni, trasgressioni e turbamenti a una lunga serie di lettere indirizzate a un amico. Dotato di un'innata gentilezza d'animo e di un dono speciale per la poesia, il ragazzo è il confidente perfetto di tutti. Peccato che il segreto più grande sia nascosto proprio dentro di lui...
Autore
Stephen Chbosky (Pittsburgh, 25 gennaio 1970) è uno scrittore, regista, sceneggiatore e produttore statunitense. Chbosky è noto per aver scritto il romanzo epistolare Ragazzo da parete (The Perks of Being a Wallflower). Il suo romanzo è divenuto un cult negli Stati Uniti, tanto da essere considerato un best seller, è alla sua ventesima edizione e ha venduto oltre un milione di copie. Quest'ultimo è stato tradotto in sette lingue e pubblicato in Europa, Sud America e Asia.
All'età di 23 anni, Chobosky ha scritto e diretto il suo primo lungometraggio The Four Corners Nowhere, che è stato presentato in concorso al Sundance. Dal 2006 al 2008 è co-ideatore della serie televisiva Jericho.
Inoltre Chbosky è il regista del film Noi siamo infinito, tratto dal suo romanzo Ragazzo da parete, le cui riprese si sono svolte dal 9 maggio 2011 al 29 giugno 2011. Il film vede protagonisti Logan Lerman nel ruolo di Charlie, Emma Watson nel ruolo di Sam ed Ezra Miller nel ruolo di Patrick.
Recensione
"The perks of being a wallflower" era nella mia wishlist su Anobii da almeno un anno ma ho deciso di acquistarlo perché la trasposizione cinematografica mi sembrava interessante (traduzione: nel film c'è Ezra Miller, so che ha la bellezza di quattordici anni meno della sottoscritta ma non importa). Ho effettuato l'ordine online e l'ho ricevuto in ritardo di qualche giorno a causa della neve, così una volta scartato il pacco ho iniziato la lettura accantonando tutto il resto. Durante l'attesa mi era capitato di leggere recensioni che osannavano questo romanzo, effettivamente Chbosky può ritenersi soddisfatto del successo raggiunto con un libriccino che ha ben poco da dire. Non vogliatemene, ma proprio non riesco a capire l'entusiasmo dei tanti lettori che hanno contribuito a rendere questo romanzo un best seller o, ancora peggio, un libro culto. Tralasciando l'orrenda traduzione del titolo (sulla quale non voglio nemmeno soffermarmi, oltretutto Chbosky non ha colpa) cercherò di mettere nero su bianco le mie impressioni.
Prima di tutto, il libro non ha una trama. Si tratta di un romanzo epistolare, una raccolta di missive scritte da un quindicenne apparentemente pieno di problemi inviate ad un estraneo. Lo stile dell'autore è piatto, scialbo, stereotipato, irritante e ripetitivo, proprio come la maggior parte dei protagonisti, incluso lo stesso protagonista: Charlie. Credo di aver perso il conto delle volte in cui Charlie scoppia a piangere (da solo, a scuola, davanti agli amici, davanti alla ragazza di cui è innamorato ecc ...), ma se considerate che succedeva ogni 8-10 pagine potrete farvi un'idea del perché io sia ricorsa all'aggettivo "irritante". Ora, posso capire che Carlie sia un ragazzo sensibile, sappiamo che evidentemente nasconde un segreto (svelato ad un paio di pagine dall'epilogo, come se Chbosky non sapesse più cosa inventarsi) ma qui la situazione è stata portata all'estremo, tanto da rendere insopportabile addirittura il protagonista. Consideriamo inoltre un altro punto: come fa un quindicenne che trascorre gran parte del suo tempo piangendo ad essere accettato all'interno di un gruppo di emeriti sconosciuti? a pochi giorni dall'inizio della scuola superiore Charlie entra a far parte di una comitiva di amici dediti principalmente a ubriacarsi e drogarsi, un altro dei temi che l'autore sembra apprezzare in modo particolare. Durante la lettura ho pensato più volte che "Ragazzo da parete" abbia molto in comune con "Cercando Alaska", ed infatti Goodreads li pone sullo stesso piano.
Ho letto svariate recensioni che sembrano attribuire il comportamento di Charlie ad una forma di autismo. Stiamo scherzando? Charlie non è autistico, è solo timido e del tutto privo di personalità, niente di più. In sostanza:
- Charlie non è impossibilitato ad interagire con le persone, tanto da essere lui stesso ad avvicinare Patrick e Sam. Arriva a soffrire quando i suoi amici si allontanano dalla città per andare in visita ai parenti, a dimostrazione del fatto che la vita sociale non costituisce per lui un problema rilevante.
- Charlie comprende i sentimenti altrui e riesce anche a manifestare quello che prova.
- Charlie non ha difficoltà nella parola, non è un personaggio loquace ma non fatica ad allacciare conversazioni
- Charlie non presenta movimenti fisici insoliti o particolari
- Charlie viene definito molto intelligente, ma questo non significa che sia autistico. Leggere libri e scrivere un saggio non sono indicativi di un'intelligenza oltre la norma, soprattutto alle superiori
Ho divorato questo libro nella speranza che riuscisse a decollare, un po' perché mi dispiaceva vedere le mie aspettative frantumarsi, un po' perché l'ho pagato ben 14.37€ e me ne sono in parte pentita. Ho iniziato a vedere il film e mi sembra meglio del romanzo, i personaggi sono caratterizzati meglio e lo stesso protagonista sembra meno apatico rispetto alla controparte cartacea. Speriamo bene.
In conclusione il romanzo per me è bocciato, ma se volete farvi del male potete sempre acquistarlo su Amazon: Noi siamo infinito. Ragazzo da parete
Voto