I fan apprezzeranno. Gli altri meno.
Film-evento ad uso esclusivo, Noi, Zagor ostenta disegno e creazione, mentre auto-celebra la sua anticonvenzionalità passata.
Zagoriano fino al midollo, il documentario diretto da Riccardo Jacopino si pone pochi, ma chiari, obiettivi: raccontare, ricordare e attualizzare. Difatti Noi, Zagor è un prodotto che si rivolge esclusivamente ai fan del fumetto bonelliano, anche se, a piccoli passi, può coinvolgere anche i profani. Tuttavia Jacopino allunga il brodo (eccessivamente) ed esaurisce gli spunti di interesse nella prima parte della pellicola. Di conseguenza nella seconda parte osserviamo i fan ritrovarsi, adorare il fumetto, moraleggiante e mai violento, in un turbinio di ricordi adolescenziali.
Pellicola dal mood musicale riconoscibile e progressivamente tedioso (l’intera opera è attraversata dalle canzoni dedicate al mondo di Darkwood di Marzio Benelli, cantante dal soul profondo), Noi, Zagor intervista e racconta, narra l’approccio critico e la fortuna estera, ma si perde ben presto in una costruzione visiva di contorno ridondante, che non permette alla pellicola di essere fluida e profondamente interessante.
Difatti l’impressione finale è quella di osservare un percorso didattico finalizzato al divismo puro e semplice, che non si riesce ad aprire veramente ai profani dell’universo bonelliano, che rimangono parecchio interdetti e non necessariamente coinvolti. Noi, Zagor informa e mette a nudo un’icona anni 60, che ha appassionato grandi e piccini, prima della tv e dei social network. Un’istantanea del passato, che tenta, con forza, di ritagliarsi uno spazio nella nuova fruizione mediatica, non riuscendoci adeguatamente.
Uscita al cinema: 22 ottobre 2013
Voto: **