All’espressione “bigger than life”, cara a molti critici, prima o poi potrebbe aggiungersene un’altra: “bigger than documentary”. Se non risultasse così cacofonica, ovviamente. Ma il concetto è quello. Sono diversi ormai i documentaristi che coi propri lavori (Sacro GRA di Gianfranco Rosi è solo uno degli esempi più recenti… e fortunati) propongono un cinema le cui frontiere sono sempre più mobili, un cinema in cui la necessità di documentare, il desiderio di introdurre elementi di drammatizzazione, gli sfoghi situazionisti, le contaminazioni con altri linguaggi creano un impasto fecondo e originale. Nel caso di Noi, Zagor, il bel documentario realizzato da Riccardo Jacopino a ridosso di uno dei fumetti più popolari della Bonelli, questo pensiero si è riaffacciato con prepotenza. E ci troviamo pertanto a concordare con Moreno Burattini, che di tale albo a fumetti è il curatore, dal quale abbiamo raccolto questa dichiarazione: “Zagor non è soltanto un fumetto, è un universo. Riccardo Jacopino lo descrive come mai nessun altro prima”.
Già, un universo. La bravura del regista è stata innanzitutto quella di viverlo in prima persona, di abitarlo in maniera tale da farlo poi rivivere, con gusto, agli altri. Il film, distribuito da Microcinema e prodotto con un certo coraggio da Arcobaleno Segnali Di Senso, una cooperativa sociale con sede a Torino, sarà nelle sale soltanto il 22 e 23 ottobre, ma confidiamo nel fatto che tra proiezioni speciali (fiere del fumetto o altri contesti analoghi lo accoglieranno senz’altro gioia) e la successiva uscita su differenti supporti, tanti potranno vederlo. A partire ovviamente dai fan più attenti di Zagor. Ma anche coloro che il fumetto lo conoscono poco o nulla si faranno trascinare volentieri in questo viaggio, fatto di sinuosi voli pindarici e di una fitta aneddotica da cui trapelano piccole storie, lampi di creatività e omaggi a un lavoro editoriale, iniziato qualche decennio fa, che ha dato e continua a dare ottimi frutti.
Dal ricordo di Sergio Bonelli alias Guido Nolitta, scomparso purtroppo già da due anni, passando per gli interventi musicali di Graziano Romani che agli abitanti di Darkwood (culla delle storie di Zagor) ha dedicato un album intero, fino alle simpatiche interviste con lo stesso Moreno Burattini e col disegnatore Gallieno Ferri, è l’umanità di chi ha vissuto più da vicino questa epopea editoriale a balzare in primo piano. Accanto a loro un piccolo ma divertente spaccato dei più “aficionados” tra i lettori, con le loro manie, la passione, lo stile di vita a tratti stravagante. Tutto ciò, che già assicurerebbe una certa ricchezza al progetto cinematografico di Jacopino, si fonde con un ritratto della vita redazionale dalle mille sfaccettature, in cui anche le vignette di Zagor (con una voce fuori campo a vivificarle ulteriormente) e soprattutto le copertine, tra le più immaginifiche e seducenti di tutta la produzione Bonelli, possono diventare protagoniste.
Stefano Coccia