Roy Fox Lichtenstein, Drowing Girl
Noli me tangere
di VALENTINA DIANA
Incipit con lui
che è la mano che la saluta
Lei è la donna ferma
sorretta in piedi – Maddalena,
il corpo dal quale si allontanerà,
Non fa nulla lei,
rimette a posto i capelli e la macchina parte.
Rumore d’abbandono.
Anche se qui
non si tratta di fine
ma al contrario,
come capiremo dopo,
d’un protrarsi e risorgere.
Se tu fossi mio figlio, ma non sei mio figlio.
Se tu lo fossi.
Ma non lo sei.
Se tu fossi mio appena un poco.
Cosa ti manca di me? – chiede Gesù -
un contratto di proprietà
per amarmi?
Poi lui se ne andò – com’è ben detto,
giacché tutte le cose scritte
richiedono un finale più duro
(ma che lui tornò, e molte volte,
sui suoi passi,
pagando amore con pietra,
non si scrisse mai).
La casa era piena di quei sassi tondi
che lui appunto
si fermava a raccogliere lungo la strada.
Un dono per prenderla in dono, pietre,
che lei conservava in forma bianca di montagna.
Il giorno della croce fu così triste che lei volle morire
e ingoiò quei sassi:
per essere pesante
per non volare in cielo
per lasciarlo andare solo
dove voleva andare solo
dove le scelte lo portavano,
ma il giorno della Sua resurrezione lei fu così felice
che partorì quei sassolini bianchi
e quello era per non sentirsi sola
per avere qualcosa cui dare un nome
e giocare in terra con qualcuno
che fosse ancora suo.
Dato che era risorto, ma non per lei,
e non aveva voluto più giocare
né
essere toccato.
Io ti vedo
Io ti conosco
Io ti chiamo
Mi vedi?
Mi conosci e mi chiami.
Ma io non esisto.
E allora -
cosa te ne sei fatto di me?
credevo nel tuo ritorno anche per quello
ti ho aspettato.
Tu eri il mezzo basso per raggiungere un fine molto alto.
Questo significa che non mi vuoi neanche abbracciare?
Se potessi ti abbraccerei, ancora,
ma non posso
mi guardano
e devo andare
sono in ritardo.
Tornerai?
No. Ho lasciato la macchina davanti a casa tua
Con le chiavi dentro, ho pensato magari
ti poteva servire
una macchina nuova.
E io?
Non chiedermi sempre cose alle quali non so rispondere.
Allora Maddalena scioglie i capelli e
piange tirando su col naso
mentre cerca le chiavi sotto il cruscotto e
dà un’occhiata al modello metallizzato
sale, mette in moto cercando di fare
più rumore possibile
in mezzo a tutta quella polvere
che le finisce negli occhi e nel naso
mentre lei viaggia e in pochi minuti
è già parecchio lontano
in un posto dove non la conoscono
e quando si ferma dice al benzinaio
Cos’ha da guardarmi?
Ho viaggiato, mi faccia il pieno.
E il benzinaio con tanto d’occhi
ubbidisce pensando
L’ho già vista da qualche parte questa qui
ma non mi ricordo non mi ricordo
dove.
E solo quando lei rimette in moto e parte,
le viene in mente
si ricorda
e subito dopo si vergogna.
Poi Maddalena risale i fiumi
e scavalca le montagne,
diventa una specie di camionista antica
sempre con il gomito a metà fuori dal finestrino
e l’aria che le basta andare del resto
non gliene frega niente
Poi un giorno che c’era molto sole
per un riflesso vede acqua
su quell’asfalto
uno di quei piccoli miraggi autostradali
che nel suo caso assume valenze spropositate
essendo lei
naturalmente predisposta all’errore
e alla perdizione,
ferma la macchina, scende
per abbeverarsi con le mani
a quella pozzanghera provvidenziale
fatta di luce e niente
ma quando si accorge dello scherzo ed è già
investita da quel baccano enorme
quello schianto che non si capisce chi sia
che vola a pezzi
fianco, sopra e dentro – pensa
Che grande finale, anche tu.
Valentina Diana è nata a Torino nel 1968. Formatasi come attrice teatrale, dal 2001 si occupa anche di drammaturgia e scrittura poetica. Per il teatro scrive 56-32-104, Via Serived non esiste, Corvi, BBBtrombedelsignore, Fratelli, Comitragedia Spaziale e Ricordati di ricordare cosa? o Shoah ( Vincitore del concorso nazionale di drammaturgia “Il Centro del Discorso”, Lecce), La bicicletta rossa (Premio Eolo per la drammaturgia 2013). Per Edizioni Torino Poesia ha pubblicato la raccolta Tre ore di notte e un pezzo del mattino. Sue poesie sono tradotte in francese, olandese e portoghese e pubblicate su diverse riviste ed antologie tra le quali Les Cittadelles (2008 e 2009, Parigi), Double Skin (2009, Ethos Books). Sue poesie sono presenti nell’antologia di recente uscita Bastarde senza gloria, Edizioni Sartoria Utopia.