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Nomade Pastoralis (racconto)

Da Gloutchov

Primo; Secondo; Terzo...
«Sei tu il Nomade Pastoralis?» la domanda giunse dall'oscurità più completa. Il giovane viandante non riusciva a comprendere dove si trovasse. Era come sospeso in un mondo impalpabile. Galleggiava nel nulla più assoluto e non riusciva neppure a percepire i vestiti che aveva indosso, sempre che questi fossero ancora presenti.«Sei tu il Nomade Pastoralis?» ripeté la voce ignota. Il giovane viandante si chiedeva se tutto ciò non fosse frutto di qualche maleficio scatenato sulla sua persona dall'emiro mercante. Non riusciva però a comprendere quale motivo avesse condotto il mercante a produrre un atto tanto malvagio nei suoi confronti. Tremava, per il freddo, per la paura, per la totale assenza di luce, per tutto ciò di cui ora sentiva la mancanza.«Sei tu il Nomade Pastoralis?» ripeté nuovamente la voce piatta.«Sì.» sussurrò il giovane viandante cercando di capire dove rivolgersi per tentare un dialogo.«Dove si trova il tuo gregge?» chiese la voce che sembrava provenire da ogni direzione.«Non ho più un gregge.» rispose il giovane viandante «Vendo tessuti prodotti dalla mia famiglia per cercare di ricostituirlo con i denari guadagnati.»«E' scomparso. Una mattina di novembre, il gregge è scomparso. Sono sparite le bestie, il cane, e persino l'ovile. Non è rimasto nulla. Neppure la mia casa. Ora vivo migrando di villaggio in villaggio, nella speranza di comprendere dove mi condurrà il destino.»«Il destino non esiste.» constatò la voce «Dov'è il tuo gregge?»«Non lo so.» ammise mestamente il giovane viandante «Non lo so.»Un tuono fece vibrare vorticosamente l'aria. Il corpo del giovane viandante venne travolto in una girandola incontrollabile. La voce continuava a ripetere che lui aveva fallito. Il suo unico compito era quello di badare alle bestie e aveva fallito. Per ciò sarebbe stato punito, sino a ché il gregge non fosse stato nuovamente formato.Il giovane viandante cadde nel vuoto per un tempo indefinito. Urlò, spaventato più dalle parole udite che dalla caduta inimmaginabile. Sprofondò su un morbido manto di sabbia scarlatta. Al suo fianco, metallico e impassibile, il suo mezzo attendeva pazientemente. In lontananza poteva scorgere le tende dell'emiro mercante. Doveva ancora cambiare le coperture per valicare le montagne. Ma raggiungere quelle tende, lo sapeva, non sarebbe stata un'impresa da poco conto.
...continua

 


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