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Nomade Pastoralis (Racconto)

Creato il 14 gennaio 2011 da Gloutchov
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Freddo. Era terribilmente freddo. La neve cadeva copiosa ai suoi piedi. Gli abiti inadeguati lo costringevano a stringersi su sé stesso per non disperdere calore. Si guardava attorno cercando una via di fuga, magari l’uscita di quella maledetta tenda che, da paradiso si stava lentamente trasformando in trappola mortale.
Cosa avesse pensato per finire in quell’ambiente polare, ancora non l’aveva capito. Aveva chiuso il proprio cuore ai sentimenti. Forse era stato quello. Cercava di allontanarsi da situazioni spiacevoli e aveva finito per essere proiettato direttamente in un deserto di ghiaccio.
Temeva di formulare ulteriori pensieri. Di finire nel bel mezzo di un rogo o al centro di un vulcano semplicemente proiettando le proprie ambizioni verso un luogo caldo. Cercò invece di concentrarsi su abiti pesanti, invernali, coperti di un folto pelo che potesse scaldarlo.
Si ritrovò avvolto da una pelliccia d’orso. Si ritrovò braccato da cacciatori di pellicce. A distanza doveva infatti sembrare un animale vivo e vegeto. Cercò di comunicare con quei puntini lontani armati di fucile ma, agitando le braccia, non faceva altro che alimentare le loro convinzioni apparendo come una belva inferocita.
Cominciò a correre. Neve, vento e ghiaccio gli impedivano di capire dove stesse andando. Incespicò in un crepaccio e cadde in uno specchio d’acqua ghiacciata. Sprofondò di qualche metro. La pelliccia subito si inzuppò diventando pesantissima. Senza sarebbe morto congelato. Con sarebbe morto affogato. Pregò di uscire da quella trappola e una mano nuda subito si immerse a raccoglierlo.
Risalì in superficie con una rapidità inimmaginabile per quell’arto delicato che stava salvandogli la vita. Fu issato come se avesse pesato quanto una piuma e adagiato su un cuscino ricamato con fili d’oro. Era nuovamente nella tenda. L’ancella lo osservava spaventata.
Lui era ancora nudo, coperto solamente di quella pelliccia zuppa d’acqua ghiacciata, tremante e sull’orlo di un collasso nervoso.
Non poté fare altro che pensare a un bel falò e, all’improvviso, si ritrovò nel bel mezzo di un bosco, seduto attorno a un fuoco, con in mano uno spiedino proteso sulle fiamme. Fece per rilassarsi quando, alle sue spalle, il demone apparve per ricondurlo alla realtà.
...continua
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