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Nomade Pastoralis (racconto)

Creato il 21 gennaio 2011 da Gloutchov
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Il Sole era già alto. L’accampamento si era svegliato presto e già quattro uomini lavoravano alacremente sul suo mezzo. Il giovane viandante si era ritrovato a pochi passi da esso, in piedi, coperto delle stesse vesti che con cui era giunto all’accampamento.
L’emiro mercante, poco lontano, sotto un piccolo gazebo che lo proteggeva dai forti raggi solari, sorseggiava un tè profumato al gelsomino. Annuiva e dava istruzioni alle sue ancelle. Le ragazze si muovevano alacremente, obbedendo a ordini che sembravano non avere senso ai suoi occhi.
Al suo fianco era presente, invece, la ragazza che aveva vegliato su di lui per tutta la notte. Non parlava la sua lingua, avrebbe voluto ringraziarla per averlo salvato dalle acque gelide in cui era caduto ma, si rendeva conto che tutto ciò non era accaduto realmente. Frutto della sua fantasia e di un incantesimo difficile da controllare. Ora lei rimaneva in silenzio alle sue spalle. Un gesto di rispetto, e forse qualcosa di più, visto che una sua mano lo accarezzava delicatamente alla schiena. Avrebbe voluto voltarsi e parlarle. Avrebbe voluto comprendere la sua lingua. Ma solo l’emiro mercante poteva parlare con loro. Lui conosceva tutte le lingue, lui capiva ogni tipo di idioma esistente al mondo. Qualcuno aveva osato sussurrare che fosse persino in grado di parlare con gli animali.
Attese pazientemente.
Il suo mezzo fu pronto prima di mezzogiorno. Voleva partire al più presto ma, l’emiro lo costrinse a rimanere e a fargli compagnia a pranzo. Parlarono di molte cose, soprattutto della sua esperienza all’interno delle tende ricreative. A quanto pareva, l’emiro era a conoscenza di tutto ciò che gli era accaduto. Forse era stata l’ancella a riferire tutti i fatti. Forse, invece, era l’incantesimo stesso a rivelargli ogni cosa.
A ogni modo, alla fine della chiacchierata, l’emiro gli fece un dono inaspettato. L’ancella sarebbe rimasta con lui. Il giovane viandante non riuscì neppure a chiedere spiegazioni. Dopo le ultime parole dell’emiro, l’intero accampamento scomparve. Rimase solo, con l’ancella, e il suo mezzo pronto ad affrontare i valichi di montagna.

...continua

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