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Nomade Pastoralis (Racconto)

Creato il 28 marzo 2011 da Gloutchov
Primo; Secondo; Terzo; Quarto; Quinto; Sesto; Settimo; Ottavo, Nono; Decimo; Undicesimo; Dodicesimo; Tredicesimo; Quattordicesimo; Quindicesimo; Sedicesimo; Diciassettesimo...
Il bacio tra i due giovani suggellò il nuovo inizio. Un abbraccio intenso e carico di amore. Romina e il giovane si avviarono lungo il sentiero tracciato dagli uomini, verso le luci di un villaggio non troppo distante. Dietro a sé, il giovane viandante continuava a sentire la presenza del suo nuovo gregge. Lui avrebbe scelto per loro, fungendo da esempio per mostrare loro quali fossero le scelte giuste, quali invece quelle sbagliate.Lui e la sua ancella, avrebbero vissuto nella rettitudine perché anche il gregge potesse vivere felice e retto. Avrebbero messo radici nel villaggio che li attendeva. Avrebbero costruito una famiglia propria, avrebbero lavorato e cresciuto i propri figli. Sarebbero invecchiati serenamente e, un giorno molto lontano, il gregge avrebbe imparato a vivere senza una vera guida.Nel frattempo, lui cantava la canzone che gli era stata insegnata. E l’ancella la ripeteva. E la cantava nella piccola taverna del villaggio, dove tutti si zittivano per ascoltarla e ammirarla.Passarono mesi e mesi. La gioia e la serenità cancellarono ogni rimpianto e rimorso. L’antico villaggio fu dimenticato. Il vecchio gregge ebbe il destino che gli era stato prescritto e, loro due, vissero felici e contenti.Fino a ché, un giorno, tutto divenne scuro e sanguigno.Il contadino la costrinse a terra. Le strappò le vesti. Le grida riempivano l’intero villaggio ma la paura era troppo grande perché qualcuno intervenisse. Lui, il giovane viandante, era caduto in un sonno ristoratore troppo profondo per poter cogliere i segnali di allarme. I piccoli Matteo e Jasmina lo avevano stancato troppo con i loro giochi scatenati e innocenti.Romina non fu difesa da nessuno. Il contadino abusò di lei più volte. Provocandogli ferite e sofferenza. Poi gli altri avventori della taverna, a turno, fecero altrettanto. La ragazza, sfinita e abbattuta, si arrese al proprio destino e smise di combattere quando una delle cameriere le si avvicinò per far tacere la sua dolce voce eternamente.La vita sfuggì dal giovane corpo dell’ancella e con essa si dissiparono tutte le speranze del mondo.Il giovane viandante si svegliò solo quando il proprio gregge scomparve dalla sua vista interiore. L’odio, la violenza, il male avevano approfittato di una sua debolezza per aprire un varco nel suo attento controllo. Il gregge era perduto una seconda volta e, quando questi uscì in strada, seppe che, oltre a esso, aveva perso anche l’amore.
continua...
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