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Nomade Pastoralis (Racconto)

Creato il 18 aprile 2011 da Gloutchov
Primo; Secondo; Terzo; Quarto; Quinto; Sesto; Settimo; Ottavo, Nono;Decimo; Undicesimo; Dodicesimo; Tredicesimo; Quattordicesimo;Quindicesimo; Sedicesimo; Diciassettesimo; Diciottesimo; Diciannovesimo...
Il vento soffiava graffiante sul volto del giovane viandante. Il suo mezzo arrancava tra le dune del deserto turco. Sabbia arida lo colpiva rabbiosamente su ogni poro coperto da un semplice foulard di seta, dono di un ricchissimo mercante delle tribù orientali. Occhi di ghiaccio scrutavano l'orizzonte. La via conduceva dove egli si ostinava a voler andare, ma gli elementi gli erano contrari. Eppure il contratto era stato stipulato, e lui doveva solamente raggiungere le tende variopinte del ricco emiro, così che lo scambio potesse concludere il patto d'onore.Il motore ford ruggiva nonostante le ruote non facessero presa sulle dune. Avanzare era difficile. La distanza però non era molta. Ecco infatti spuntare tra le dune le bandiere dell'accampamento. Ancora poca fatica, tra il caldo e il clima avverso. Presto il titolo di Qashqai, di nomade dei deserti, gli sarebbe stato concesso assieme a un nuovo mezzo con cui navigare quei mari aridi.Giunse all'accampamento che il Sole cominciava a calare oltre gli ori dell'orizzonte. La temperatura scemava rapidamente. Il giovane si avvolse negl'abiti inadatti e discese dal mezzo che per anni lo aveva condotto in ogni sua peregrinazione.Oltrepassò la tenda madre. Grande e luminosa quanto un palazzo reale. Fu accolto con i migliori intenti. Inchini, petali di rose, sorrisi e dolci ballerine che lo accarezzavano lascive. Seguì il percorso che gli fu consigliato e giunse dall'emiro. Un inchino reciproco, quindi si accomodarono attorno a una allegra fiammella, su cuscini morbidi quanto la pelle di una giovane vergine. Si scambiarono i documenti, si strinsero nuovamente la mano, quindi si baciarono tre volte per suggellare il patto. Il giovane cedette le chiavi del proprio mezzo all'emiro. Questi ringraziò, quindi gli accennò di un piccolo contrattempo. Sarebbe rimasto appiedato per due tramonti per via di un giovane servo che era fuggito nottetempo, senza terminare i propri compiti, e lasciando incompiuto il mezzo con cui lui avrebbe dovuto allontanarsi.Il giovane raccolse i propri bagagli dal vecchio mezzo, ormai ceduto al mercante turco, e si decise a lasciare l'accampamento. Dentro a sé avvampava di rabbia e sconforto. Chiese aiuto agli Dèi, che lo assistettero solamente in parte, facendogli incontrare un viandante di ritorno dai mercati, che lo ricondusse alla sua dimora, ma non gli elargì la pace interiore che lui sperava di recuperare.
...Fine!

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