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NOMEA, FAMA, LAHAR; Lettori

Creato il 13 luglio 2012 da Chinalski

Parole a confronto

Nomèa
Derivato di nome.
Sostantivo femminile.
Reputazione negativa o equivoca: ha la nomea di disonesto.
(arcaico) Fama, notorietà in senso positivo.

Fàma
Dal latino fama(m), che ha la stessa radice di fari ‘parlare’.
Sostantivo femminile.
1. Reputazione, nomea: ha fama di persona retta; godere di ottima, pessima, dubbia fama.
Rinomanza, notorietà, celebrità: uno scienziato di fama mondiale.
(assoluto) Eco durevole di ammirazione o di consenso: conquistare la fama.
2. (letterario) Notizia universalmente trasmessa e acquisita; è fama che Roma fosse fondata da Romolo e Remo.
Consapevolezza derivata da una conoscenza indiretta; conoscere uno di fama.
È fama, corre fama: si dice.

Una (parola) giapponese a Roma

Lahar [la'ar]
Voce giavanese.
Sostantivo maschile invariabile.
(geologia) Colata di fango costituita da materiale vulcanico piroclastico, che scorre sui fianchi di un vulcano in presenza di acqua abbondante.

I lettori ci scrivono

Mauro ci scrive sul piemontese, inteso come lingua.

— Anche se il piemontese non ha dignità di lingua ufficiale (è classificato dialetto, anche se possiede una vasta letteratura) possiede molti termini particolari e costruzioni interessanti.
Quello che probabilmente gli ha impedito di venire riconosciuto come lingua è la frammentazione in microcosmi linguistici che usano termini e costrutti differenti a distanza di pochi chilometri.
Ad esempio al paese dei miei nonni (Castelnuovo Belbo, AT, circa 800 persone al tempo cui mi riferisco) c’era un dialetto del paese basso e uno del paese alto (detto "si’ d’andrenta" ossia "su di dentro" in quanto era la parte arroccata sulla collina e munita di difese, il portone che sbarrava la via di accesso esisteva ancora negli anni ’50).
Nella parte bassa le fragole erano "el froli" e la scodella "la schela", molto simili all’alessandrino "frauli" e "schidela", nella roccaforte "el magiustri" e "la san-na".
Credo che la differenza risalga ai tempi delle truppe di presidio al ponte, nel tempo spagnole e lanze o comunque di etnie del nord.
Peccato che all’epoca non ho annotato tutti i termini, ora a distanza di più di mezzo secolo ho un po’ di difficoltà a ricostruire… —

Chiedendo ulteriori delucidazioni sul termine "lanze" abbiamo ottenuto la seguente risposta da Mauro.

— Oltre agli spagnoli sono passati di là soldati di lingua tedesca, ossia "lanzichenecchi" o "lanzi", ho trovato cognomi tedeschi nei registri parrocchiali del 1600 (consultati quando ancora lo si poteva fare semplicemente chiedendo al parroco), in genere con la postilla "trovato morto per ferro", e alcuni soprannomi di famiglia come "el Plufer" sono riconducibili al tedesco (quello dei soprannomi di famiglia è un altro campo interessantissimo da esplorare).
Ma il femminile "lanze" in questo caso è probabilmente errato perché anche se a pochi chilometri esiste il comune di Castagnole delle Lanze queste vengono fatte derivare dalle lance e non dai Lanzi.
Concludendo, truppe spagnole e tedesche, anche se "lanze" poteva dare spunto ad interventi interessanti. —

La Parolata spera che Mauro continui il suo lavoro di archeologia linguistica e che ne renda partecipi i suoi lettori.



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