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Nomina rinviata

Creato il 01 luglio 2011 da Nonzittitelarte

teatroCARinviata la nomina di Alberto Triola a direttore artistico del teatro
Lirico, rosso da 29 milioni
Sì al bilancio. Il tenore Floris: «Serve un progetto»

Doveva essere il giorno di Alberto Triola, pronto a essere nominato direttore artistico del teatro Lirico, invece è stato il giorno del bilancio: ieri il consiglio d’amministrazione della Fondazione ha approvato il conto consuntivo del 2010. E il debito certificato dai contabili dell’ente è andato oltre ogni previsione: un buco di 29 milioni di euro (circa 25 rappresentano il rosso che si trascina dietro da tempo, mentre altri 4 li reclamano alcune società per le forniture dello scorso anno), che agita ancora di più le acque della Fondazione.
Oltre alla nomina di Triola, in arrivo dalla Scuola dell’Opera di Bologna, il sovrintendente Gennaro Di Benedetto avrebbe in serbo anche l’assegnazione di un altro incarico, questa volta a Hubert Soudant (già consulente artistico del teatro), che gestirebbe la parte sinfonica della direzione artistica.
LE POLEMICHE Un’ipotesi che sommata al rosso di 29 milioni di euro fa dire al tenore Gianluca Floris (uno dei papabili alla sovrintendenza prima dell’arrivo di Di Benedetto) parole molto dure: «Senza un piano finanziario credibile vedo molto incerto il futuro della Fondazione. L’idea di fare una stagione come quella di quest’anno senza avere la certezza di pagare artisti e fornitori non avrà altro esito che aumentare l’esposizione del teatro». E ancora: «In più utilizzare dilettanti allievi di una scuola per le parti soliste, oltre ad abbassare la qualità non crea risparmi. Senza un mutuo di ristrutturazione del debito non è possibile far fronte alla normale gestione».
Già, il mutuo. Una soluzione proposta dall’ex sindaco Emilio Floris, su cui però Massimo Zedda sembra non essere molto d’accordo. Una posizione espressa anche ieri durante la riunione del Cda. Per avere il prestito e ripianare quindi i debiti, le banche chiederebbero in garanzia il teatro, di proprietà comunale. Una mossa che non tutti giudicano fattibile.
«SERVE UN PIANO» Il consigliere del Pd Claudio Cugusi chiede «un piano per risollevare le sorti del teatro». Anche perché il debito del Lirico rischia di azzoppare il Parco della Musica: «A cosa è servito spendere 15 milioni di euro per un’area verde che è di contorno al teatro, se il teatro sta morendo?».
LA PROPOSTA E c’è anche chi ha preparato un piano triennale per il rilancio: secondo Gianluca Floris si potrebbero programmare tre stagioni con un costo complessivo di 2,5 milioni di euro.
La spesa maggiore sarebbe da sostenere per il primo anno, per mettere in scena sei titoli d’opera, una stagione sinfonica sulla falsariga di quella del 2010 e un balletto classico di repertorio. Con dei costi di cachet contenuti (non oltre i 30 mila euro a serata) e un incasso di botteghino stimato in un milione e quattrocentomila euro, dalle casse dovrebbero uscire solo un milione e trecentomila euro.
IL TAGLIO Le spese sarebbero più contenute per il secondo (700 mila euro) e il terzo (500 mila euro) anno: si potrebbero riutilizzare le produzioni del primo anno, garantendo comunque il rinnovo del cartellone.
«Un piano del genere consentirebbe l’utilizzo del personale tecnico precario e servirebbe a ridurre le spese di anno in anno. E se la Provincia decidesse di entrare nel Cda, questa ipotesi farebbe andare in attivo il teatro già al secondo anno», spiega Floris. Soluzioni che, per adesso, rimangono solo sulla carta. Mentre il debito accumulato negli scorsi anni rischia di soffocare la Fondazione.
Michele Ruffi

L’Unione Sarda 1.07.2011

 


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