Nomine Fi, Cosentiniani in coro: “Non ci rappresentano. Ma in Campania non è bastato neanche l’Esercito…”
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I rappresentanti territoriali del movimento de “I Cosentiniani” condividono le affermazioni dei senatori del gruppo GAL e Forza Italia Vincenzo D’Anna, Antonio Milo, Pietro Langella e Eva Longo all’indomani delle nomine del coordinamento campano di Forza Italia. In fatto di incarichi, infatti, “è giusto che ognuno si assuma le proprie responsabilità”. “Dal nostro punto di vista – spiegano i rappresentanti del movimento che si rivede nelle posizioni dell’ex leader campano del Pdl – interpretando esclusivamente la realtà territoriale campana non possiamo appoggiare in nessun modo l’organigramma tracciato dal coordinatore forzista (nominato) e dai vertici regionali del partito in cui figurano personalità politiche che non ci rappresentano in alcun modo e che non hanno alcuna capacità per contribuire alla gestione di FI”. D’altronde, proseguono laconicamente “I Cosentiniani”, a mo’ di provocazione: “neanche la mobilitazione dell’Esercito è stata sufficiente in Campania per auspicare un rinnovamento della classe dirigente! Figurarsi queste nomine calate dall’alto, non condivise e svincolate dal territorio!!”.
La regione Campania, per “I Cosentiniani”: “vive in una condizione di emergenza e i disordini di partito hanno contribuito solo a peggiorare la gestione del territorio oltre a non rispettare i vari mandati regionale, provinciali e comunali”.
“I dati amministrativi dal dicembre 2012 a oggi – proseguono i sostenitori dell’ex Sottosegretario all’Economia – segnano un destabilizzante crollo del partito che ha vantato il primato per lungo tempo”. ”Il nostro movimento – ribadiscono ancora – nasce per dare una voce al garantismo in Campania, assente nell’attuale dibattito politico. Reputiamo il procedimento penale bisognevole di rivisitazione e siamo delusi per il fallimento dell’esito dei referendum oltre che per il destino di provvedimenti urgenti come amnistia e indulto. Non crediamo nelle ‘toghe rosse’: è una favola inventata da chi vuole mutamenti della legge ‘ad personam’. La legge, invece, deve essere uguale per tutti”.
“Abbiamo scelto Nicola Cosentino - chiariscono – come simbolo della nostra lotta contro la misura carceraria preventiva perché come leader campano ha avuto il coraggio di spogliarsi di cariche ed incarichi e patire il carcere ingiusto ma non cedere al ricatto della candidatura. Nessuno può venire a dirci che Cosentino è un camorrista perché è nativo di Casale, nessuno può dire che è colpevole su un editoriale di un giornale, ne mediante un libro per cui gli autori sono stati rinviati per ben due volte a giudizio”.
“Lo scandalo che ha travolto la Regione Campania per i fondi UE ed i rimborsi elettorali – rivelano – ha fatto registrare indagini a tutto campo per l’intero Consiglio provocando arresti e avvisi di garanzia soprattutto mirati ai capigruppo tra i quali, clamoroso, quello del gruppo Caldoro Presidente, finito addirittura agli arresti. Riteniamo importante allertare la popolazione campana sulla destinazione dei prossimi fondi europei che troppo spesso sono utilizzati per scopi politici e non per creare un welfare che realizzi una regione veramente a dimensione del cittadino”.
“I fondi che giungeranno a breve – rincarano la dose – dovranno bastarci per i prossimi 7 anni e devono essere sottratti ad una classe dirigenziale regionale indagata, guarda caso, proprio sugli stessi. E’ inoltre auspicabile la creazione di un organo di controllo sebbene già esista la possibilità di poter far domanda per entrare a far parte del partenariato di controllo della destinazione fondi che però non può agire nel merito. Il Mezzogiorno ha bisogno di legalità e non di strumentalizzare la legalità per eliminare politici scomodi”.
“Riteniamo, infine – concludono “I Cosentiniani” – la famiglia Cesaro, insieme con la regia di politici di vertice, responsabili dei problemi del partito. Problemi che hanno investito la regione avendo accesso nei palazzi politici della Campania”.
Nomine Fi, Cosentiniani in coro: “Non ci rappresentano. Ma in Campania non è bastato neanche l’Esercito…”
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