L'estate
ormai è agli sgoccioli e il tempo ce lo ricorda, le giornate si sono
accorciare e le maniche delle camice si sono allungate come a
nascondere l'abbronzatura sbiadita.
Con
l'estate si ripongono nel baule dei panni estivi tutte le sue mode:
addio dieta dei 10 chili in 10 giorni, addio dimagrire con 5
gelati al giorno, addio racchetta, cappellini ed addio anche alla
nuova entrata nomofobia!
Si
proprio questa nomofobia, termine coniato nel 2008 ma che solo
nell'ultimo anno ha acquisito gran polarità; non c'è stato giornale
nè tra quelli di gossip nè tra quelli "rispettabili" che
non ne abbia parlato.
Cos'
è la nomofobia lo sanno tutti e, a meno che la vostra barca non sia
naufragata i primi di maggio e non vi abbiano tratto in salvo solo
ieri, almeno un titolo che la nomina l'avrete letto anche voi.
Comunque per rinfrescare la memoria ricordo che la nomofobia è la
paura di restare disconnesso, dall'inglese "no-mobile
fobia".Che esistano disturbi legati all'eccessivo bisogno di connettività non ci sono dubbi, ma che questa condizione possa interessare fino al 77% della popolazione è probabilmente una forzatura. Fa pensare più a cambiamenti sociali piuttosto che ad un disturbo psichiatrico. D'altro canto con l'evoluzione sociale gli usi e i costumi cambiano ed uno strumento una volta ritenuto inutile, anzi a volte anche volgare, può diventare indispensabile e addirittura (paradossalmente) il non averlo o non portarlo può suscitare imbarazzo e anche sorpresa. Chi non ricorda la storia delle mutande?
Tirando le somme i disturbi legati alla connessione esistono e verranno codificati sempre meglio. È un bene che se ne parli in modo da informare al meglio la popolazione, tuttavia è bene evitare speculazioni per non ripetere quanto già successo con la depressione prima e l'anoressia poi: problemi di salute seri che trattati in modo superficiale da giornaletti e giornalisti (o pseudotali), con tutte le conseguenze negative del caso che ancora oggi si vedono sfogliando le loro pagine.
Di mutande! Giornaletti, trattate di mutande. Il resto lasciatelo a chi è più competente.
Fonti: Wikipedia Huffpost Healthy Living Immagine
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