6 settembre 2014 ore 21:00, Auditorium Parco della Musica di Roma: Edoardo De Angelis presenta Non ammazzate Anna (label Helikonia, distr. Egea, distr. Digitale Believe Digital), il suo tenerissimo e appassionato omaggio alle donne, contro la violenza. Al suo fianco gli artisti che hanno lavorato e arrangiato con lui questo disco, Marco Testoni (compositore, percussionista e autore di musica per film) e Primiano Di Biase (compositore e pianista dell’area etno-jazz, nonché componente della formazione dei Dire Straits Legends). Saliranno sul palco anche alcuni degli ospiti che hanno arricchito questo lavoro duettando con Edoardo.
Il disco, infatti, si fregia di sette intensi duetti che vedono protagonisti alcuni degli amici di sempre di De Angelis: da Neri Marcorè ad Amedeo Minghi, da Lucilla Galeazzi ad Annie Robert, da Ileana Pozzi a Enrica Arcuri. Oltre ad Antonella Ruggiero, interprete di Io credo, io penso, io spero, canzone originale scritta da Marco Testoni sulle liriche di Edoardo De Angelis e Mariacristina Di Giuseppe per il film BlackOut, opera dedicata al drammatico tema della violenza sessuale di gruppo, vincitore al Vittorio Veneto Film Festival per la categoria Pizzoc.
Edoardo De Angelis, storico cantautore da molti identificato per la sua canzone Lella, che racconta, appunto, di un episodio di violenza sulla donna (sia pure storia di assoluta fantasia, ispirata agli ambienti letterari di Pasolini e Gadda), ha deciso, così, di abbandonare per il momento il suo brano più conosciuto e di impegnare la sua attività alla diffusione di un messaggio interamente dedicato alla figura ideale della donna attraverso una serie di canzoni ispirate all’universo femminile e alle sue caratteristiche di sensibilità, intelligenza, forza morale, coraggio, comprensione, altruismo, generosità, onestà intellettuale.
“E’ difficile e doloroso prendere atto del grande, crescente numero di episodi di violenza sulla donna, che la cronaca, purtroppo, quotidianamente ci propone – ha spiegato in più occasioni Edoardo De Angelis - difficile e doloroso, ma anche necessario e doveroso. Che fare, per porre rimedio a questa tragica, spaventosa deriva sociale, figlia di questo tempo così ingrato e duro da interpretare? Certo, la risposta è nelle mani dei politici, dei legislatori, degli uomini di legge. Ma anche nelle nostre mani: ognuno di noi, nell’ambito del proprio lavoro, del proprio ambiente, può, anzi deve, fornire una testimonianza, una voce, un esempio. Un esempio senza dubbio importante possono offrirlo il mondo della cultura, dell’arte, e quelli della musica e dello spettacolo, che dispongono di un mezzo di comunicazione rapidissimo, trasversale e assai ascoltato a ogni livello.”