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Non aprite quella porta 2

Da Lupokatttivo

La scoperta dell’america

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“Non aprite quella porta” lo abbiamo visto tutti. E lo abbiamo apprezzato tutti.
Non staro’ qui a dilungarmi su quello che, a ragion veduta, deve essere considerato una pietra miliare del genere.
Mi dilunghero’ invece sul suo seguito, “Non aprite quella porta parte 2” datato 1986, perche’ il suo seguito fa discutere.
Alla regia c’e’ sempre Tobe Hooper, ma, per dirla con Jack Nicholson, “qualcosa e’ cambiato”.
Ti aspetti il solito secondo episodio carta-carbone del primo, per sfruttare l’onda del successo e ingrassare le oche.
A questo ci penseranno altri registi nel corso de vari re-make re-boot re-cosa.
Non Tobe. No.
Lui no.
Lui preferisce distruggere la sua creatura e trasformarla in un baraccone circense, con umorismo raffazzonato di bassa lega.
Lui preferisce tramortire lo spettatore presentando un prodotto che del primo sfrutta solo i characters. E anche quelli li distrugge.
Per Re-inventare.
E Tobe, da geniaccio che e’ re-inventa bene e fa centro.
Tolto il senso di smarrimento iniziale, dopo poco si comincia ad entrare in sintonia col nuovo corso, e, tempo altri dieci minuti di pellicola, si e’ completamente conquistati. Al quarantesimo minuto si comincia a gridare al miracolo.
Certo, suona quantomeno strano vedere tempi comici e battute da osteria quando si pensa al primo “Leatherface”.
Fa strano vedere un duello con le motoseghe che fanno il verso alle “spade laser” di “Star Wars”.

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E’ una svolta totale, un’inversione ad U in zona vietata, un sorpasso a destra in curva cieca. Un film delirante e ignorante al tempo stesso, ma anche feroce e splatter come pochi.
Un ambientazione folle, curata, impeccabile. Personaggi folli, curati, impeccabili.
Tutto e’ al posto giusto nel momento giusto, ma i piu’ non apprezzano.
Probabilmente perche’ e’ un opera troppo moderna per il suo tempo.
Sam Raimi fara’ lo stesso con il “sequel” della sua Casa, imbastendo quella perla che e’ “L’armata delle tenebre” . Ma lo fara’ quasi dieci anni dopo, con maggior fortuna.
Rob zombie si divertira’ con le macchiette assassine protagoniste delle sue case dei mille corpi, ma lo fara’ dopo Raimi.
Con maggior fortuna.
Tobe Hooper per costoro e’ sicuramente stato fonte importante di ispirazione.
Ma Tobe e’ arrivato, forse, troppo presto. E il popolo era ancora al palo.
Oggi quest’opera ha un peso ed un effetto totalmente diversi da quelli che aveva alla sua uscita negli anni ottanta. Oggi quest’opera deve essere ri-scoperta e ri-valutata. Oggi siamo tutti pronti. Dopo trent’anni.
Oggi Tobe se la ridera’ di gusto. Sapendo di aver vinto a mani basse.



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