Magazine Diario personale

Non basta essere del PD per essere stronzi.

Creato il 14 agosto 2013 da Cristiana

A Dario che quimi mette in bocca cose che non ho scritto e nemmeno detto, ho risposto piu’ o meno cosi’:

Dario continui a mettermi in bocca cose che non ho detto. O non leggi o sei in mala fede. Non ho scritto le cose che ho scritto per giustificare una legge in particolare. Ho detto (come molti altri esponenti del movimento ti cito per tutti i Radicali di Certi Diritti) che una legge che preveda un’aggravante non serve a nulla e che serve prevenzione profonda e quindi cio’ che serve e’ un complesso impianto di leggi – profonde – che vada da cio’ che ci rende uguali (per legge) a cio’ che interviene alla radice, non necessariamente nelle teste degli omofobi ma magari anche nelle teste dei giovani gay affinche’ non si sentano soli (su questo tema tornero’ a breve) Ho detto questo in modo molto chiaro. Ho anche scritto che mi vergogno della lettera dei 26 cattolici (mi vergogno di quelli iscritti al PD che lo hanno fatto, Buttiglione e Binetti non mi hanno sorpreso e nemmeno Bobba e Fioroni a dire il vero) e ci sono un paio di persone che l’hanno firmata a cui ho chiesto e chiedero’ i motivi di tale firma.

Non e’ che basta essere del PD per essere stronzi per forza (astenersi compagni feriti e nostalgici di frattocchie la mia e’ una provocazione, pero’ PD, svegliati!). Questo atteggiamento “sei del PD quindi tutto cio’ che dici e pensi ti marchia a fuoco ed e’ sbagliato” e’ una cosa molto diffusa nel semplicismo collettivo postberlusconiano, forse e’ il peggior prodotto berlusconiano.

Con affetto.

P.s. In tutto questo il tiro al piccione reciproco tra gay (io ho piu’ ragione di te pappapero) e’ una cosa indecorosa e particolarmente indegna su un cadavere ancora caldo. Accusare un parlamentare (uno che veniva cacciato dalle feste gay perche’ chiedeva il matrimonio perche’ qualcuno aveva deciso che la strategia erano i PACS) di essere colpevole del suicidio di un ragazzo e’ l’evidenza che i gay non hanno diritti ANCHE per la debolezza del movimento gay, che non va attaccato e fa bene a tenere il punto sul “massimo delle cose”. E’ ovvio che chi fa politica si trova a dialogare col nemico (leggi: chi non vuole l’eguaglianza) e chi sta nelle associazioni fa un mestiere di rivendicazione. E’ nei ruoli, basta non perdere mai la bussola e starsi vicino come una vera comunita’ dovrebbe e deve fare se vuole andare da qualche parte.

Ho detto anche, attenzione. Ora dalle cose che ho scritto in questi mesi e’ palese anche ad un sasso che non condivido AFFATTO la forma che ha preso questa legge, ma penso, COMUNQUE, che serva uno sforzo collettivo per dare un messaggio di unita’ e che dobbiamo tutti pensare ai passi successivi che, lo ripeto come un disco rotto, se non passano per l’uguaglianza e per interventi radicali e culturali, non andremo lontano. Fa bene arcigay Bologna a distertare la nostra festa, ai partiti sui diritti, non si fanno sconti. Mai.


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