Titolo: Non buttiamoci giù
Titolo originale: A long way down
Genere: Letteratura straniera
Data prima pubblicazione: 2005
Casa Editrice: Guanda
Collana: Narratori della Fenica
293 pagine
Prezzo copertina: 17,00 €
EAN 9788882468309
Ero molto curiosa di vedere cosa ne sarebbe uscito, dall’adattamento cinematografico del romanzo di Nick Hornby Non buttiamoci giù. La mia opinione? Carino. Ma non è una critica negativa, è solo che a mio avviso il libro è molto più bello, se pensate all’originalità della trama e all’immancabile stile british dello scrittore.
Dal libro…
Quattro aspiranti suicidi si trovano, casualmente, sul tetto dello stesso palazzo, la notte di Capodanno, decisi a buttarsi di sotto e farla finita. Non per spoilerarvi il finale ma nessuno di loro morirà. Attraverso una sorta di diari che si intrecciano, dove ogni personaggio racconta la sua esperienza di vita, vengono affrontati temi importanti e delicati come la depressione, la volontà di suicidarsi, la difficile situazione familiare di Maureen, madre di un figlio disabile. I toni, però, sono quelli classici dell’autore inglese: ironia, irriverenza e l’innata capacità di entrare nella mente non di uno ma di ben 4 personaggi.
Nick Hornby (il primo da sinistra) con il cast del film
… al film
Si tratta dell’ennesimo romanzo di Hornby riadattato per il grande schermo. Dopo Febbre a 90 con Colin Firth, Alta fedeltà con Rob Fleming, About a boy con Hugh Grant, tocca a Non buttiamoci giù diretto da Pascal Chaumell con protagonisti come Pierce Brosnan, Aaron Paul e Toni Collette.
La pellicola presenta però alcune sostanziali differenze, nella sceneggiatura. Innanzitutto manca il “quinto” personaggio suicida, l’unico che veramente ha il coraggio di buttarsi giù dal palazzo. Di conseguenza, la decisione di posticipare il salto nel libro è la conseguenza di quell’evento shockante mentre nel film tutto ruota attorno alla popolarità (involontaria) che la stampa e il pubblico riserva ai 4 protagonisti. La componente diaristica, inoltre, è saltata e tutto viene raccontato come suddiviso in 4 diversi capitoli, ognuno dedicato a ogni personaggio. Gli attori ben rappresentano i caratteri raccontati da Hornby, anche se sul grande schermo perdono un po’ della verve originale.
Lo stesso Hornby ha dichiarato di essersi sentito “strano” guardando le scene dell’adattamento: «non trovavo il mio libro, non capivo il ritmo». Egli, infatti, non era stato convocato per la riscrittura. Va da sé, quindi, che l’autore consigli di leggere il libro, più che guardare il film. La critica invece si è divisa, tra favorevoli e contrari: quello che balza agli occhi, però, è la mancanza di un giusto mix tra comicità e drammaticità. Bellino però un po’ spento.
Voi l’avete visto? Vi è piaciuto? Raccontatemi la vostra opinione.