Una volta ricordavo maggiormente i sogni che facevo...il segreto sta nel non guardare la luce della finestra appena svegli...cosi si dice...in caso contrario i sogni se ne andranno via...
Qualcosa del sogno di questa notte è rimasto...
Ma poco...
Dovevo chiamare una ragazza. Avevo il suo numero.
L'unica cosa che mancava era il fissare un appuntamento per vedersi. Lei non sapeva se l'avrei chiamata.
Quel pomeriggio era l'unica possibilità.
Scendo per un vicolo di una città, il vicolo è a gradoni come nei vecchi paesi di montagna. Ad un lato di un gradone c'era un terrazzino con piante. Mia madre e mia sorella raccoglievano dai fiori e mia madre mi sussurra mentre io continuo a scendere i gradoni? Dove vai, resta qui...non c'è, non c'è.
Sbuco in una strada, vado in un bar a chiosco...come uno che conosco ad Imola, vicino al locale castello cittadino.
Frugo nel mio marsupio, voglio prendermi qualcosa...trovo le tessere dei supermercati, penne, fazzoletti...non trovo gli spiccioli per prendermi neanche un bicchiere d'acqua.
Il tempo passa...non trovo neanche il numero...doveva essere su una striscia di carta...non sul cellulare...su una striscia di carta dove l'avevo scritto io o lei.
Non lo trovo, come potrò chiamarla? Il tempo passa e lei avrà preso la mia assenza per un “No”.
Si sta avvicinando il tramonto con i suoi colori. Non caldi questa volta...ma grigi...c'è poco sole che fora le nuvole...sembra quasi autunno se non sapessi che è estate.
Il numero non c'è.
Senso di vuoto.
Si “lei non c'è, lei non c'è”...e piango...
Mi sono svegliato cosi stamani...ed ancora mi chiedo cosa voglia dire...mi sento un groppo in gola e...che giornata di merda...scusate.
Marquis