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Non ci rimane che evitare di essere costretti ad essere come loro.
Creato il 12 giugno 2014 da Bernardrieux @pierrebarilli1Oltre dieci anni dopo la caduta del dittatore, e dopo aver goduto della democrazia, l’Iraq rischia di divenire uno Stato terroristico e meno laico che ai tempi di Saddam Hussein. Se l’Algeria e l’Egitto non sono preda degli estremisti religiosi è perché a costoro la strada è stata sbarrata dai militari, non dagli elettori.
Anche in Libia, dopo il balordo e disastroso intervento della Francia, alcuni militari pensano di salvare con la forza la laicità dello Stato. In Siria Bashar al Assad, contro il quale si è schierato il lungimirante Obama, rispetto ai fanatici dell’Isil somiglia a Montesquieu. Bisogna insomma rassegnarsi ad ammettere che le folle dei Paesi “arabi” preferiscono l’integralismo islamico allo Stato laico e democratico. Preferiscono la sharia al garantismo giuridico occidentale. Preferiscono il burka, le mutilazioni genitali, i matrimoni forzati, la lapidazione delle adultere e tutto l’armamentario dell’Islàm popolare alla vita come è concepita in Occidente. Anche quando fanno di tutto per venire a vivere qui, rischiando anche la vita, è perché sperano di avere senza sforzo i nostri vantaggi materiali, non per cambiare mentalità. Rimangono capaci di trucidare una figlia perché si è convertita al Cristianesimo, perché vuole sposare un giovane non musulmano o semplicemente – è avvenuto anche questo – perché veste all’occidentale.È sulla base di tali dati di fatto che bisogna rinunziare all’idea di migliorare la condizione degli islamici e in particolare delle loro donne. I nostri consigli non sono graditi. I nostri stessi aiuti sono sospetti. A volte sono stati anche uccisi dei medici volontari, andati da loro per curare gratuitamente i bambini: è avvenuto a sei oculisti occidentali in Afghanistan. Se vuole, Allah può guarire il tracoma dei bambini e non ha bisogno degli infedeli.Questi popoli sono diversi da noi e vogliono rimanere diversi da noi. Non ci rimane che evitare di essere costretti ad essere come loro. E da questo imperativo ognuno può trarre i propri corollari.Gianni Pardo, pardo.ilcannocchiale.it11 giugno 2014
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