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Non ci siamo, ma c'è la rivoluzione.

Da Cuordicarciofo
Ci sono giorni che non va proprio. Ce ne sono troppi però.
Ci sono giorni in cui mi vorrei fare delle piazzate colossali, quelle che si fanno gli innamorati adolescenti.
"Tu non mi capisci" e andare via da me stessa sbattendo la porta.
Se smettessi di avere aspettative troppo alte, se mi accontentassi, se fossi un pochino meno inquieta, se pensassi di meno starei meglio.
Forse.
Sto in un buco nero, per colpa mia. Non sono neanche capace di uscirne.
Non capisco neanche per quale motivo scrivo.
Pe angosciare altre persone? Per un ego smisurato che non pensavo neanche di avere?
Per esorcizzarmi?
"esci da questo corpo"
"ma chi?"
"tu!"
"e 'nddò vado?!?!"
Che spreco inutile di vita.
Ci alziamo, lavoriamo, mangiamo, letto, ci alziamo, lavoriamo, mangiamo, letto, ci alziamo, lavoriamo, mangiamo, letto. In un circolo vizioso senza fine.
In giorni come questo non vedo il senso di tutta questa corsa, piccoli schiavetti che fanno girare la ruota.
Piccoli schiavetti che gioiscono per una misera settimana di ferie. Che non hanno il coraggio di alzar la testa, perchè senza soldo non hai dignità.
Partiamo dal principio. Inizia con una strettina ogni tanto alla bocca dello stomaco.
"Ohibò" penso. No in realtà è più volgare.
E poi una mattina mi sveglio ed è buio.
"Mmmmmh e di nuovo quaggiù, porca pupazza"
E giù a indignarmi. A combattere contro i mulini a vento. Perchè la gente è migliore di quello che si crede. Perchè in fondo siamo in tanti a essere scontenti.
Poi però non cambia nulla. Sono io la prima che non riesce a far cambiare nulla nella gestione della sua vita. Del suo lavoro, chiamiamolo così.
Chi guarda giù nel buco dall'alto però vede due occhi sbarrati e un sorriso alla Gatto del Cheshire.
Perchè ormai ho iniziato a prendermi per il culo con filosofia. Poi stasera inizia la rivoluzione.
Vediamo di uscirne in fretta, che c'è da fare.
#italianrevolution

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