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Non convenzionale

Creato il 26 agosto 2014 da Ninapennacchi

Stavo facendo una piccola riflessione sul Self Publishing. Riflessione che nasce da un piccolo fatto. Un piccolo fatto che non dovrei raccontarvi, a dirla tutta. Per motivi di politically correct, bontà d'animo e altre cose del genere. Che non mi appartengono, quindi ovviamente ve lo racconto. Diciamo che, gironzolando su Amazon e i suoi autopubblicati, mi sono imbattuta in un'autrice che ha pubblicato un sacco di titoli nel 2014. Mi pare un paio di titoli al mese, non li ho contati bene, ma più o meno il numero è quello.
Uno di questi titoli riporta la seguente sinossi, che vi metto qui sotto in immagine, casomai cambiasse nel tempo:
Non convenzionale
Io ho contato quattro errori e due imperfezioni in queste tre righe di sinossi. Ora, non conosco l'autrice. Magari è una persona splendida e dolce, e magari i libri che ha pubblicato a raffica li aveva già scritti da tempo e non li ha buttati giù in fretta e furia per fare cassa. E magari gli errori nella sinossi sono solo un crudele scherzo di Jeff Bezos che, come si sa, è colpevole di ogni efferatezza mondiale, universale e (ancora più imperdonabile) condominiale.

Non convenzionale

Dietro questa maschera c'è Jeff Bezos


Il fatto è che mi ha fatto un po' riflettere, questa autrice. Come vi dicevo tempo fa, con il self si guadagna – almeno in questo momento, anche se le cose in questo settore cambiano così velocemente che è difficile prevedere cosa succederà di qui a tre mesi. In ogni caso, al momento, se per dire imparassi a scrivere più velocemente e sfornassi un paio di libri all'anno (invece che un libro ogni paio d'anni, ops) potrei mollare il lavoro e vivere di scrittura.
Solo che, ammettiamolo, non ne sarei capace. Non riuscirei a scrivere sotto contratto, neppure se il contratto fosse con me stessa – non sono una di quelle che si dice: ok, oggi devi scrivere tremila parole e non ti alzi finché non l'hai fatto. Io scrivo, ahimè, solo se qualcosa mi "friccica" dentro. Perché altrimenti le parole non vengono.
(Anche se, a essere sincera, ho inventato vari metodi per risvegliare la mia ispirazione – metodi di cui vi parlerò in un altro post, magari.)
Diciamo che per me scrivere significa "scrivere quello che voglio", o meglio "scrivere quello che sento". E, per fortuna, posso farlo. Perché il self permette di scrivere quello che si vuole... nei limiti delle leggi vigenti, è chiaro. (Non servirebbe la precisazione, ma non si sa mai.)
E posso immaginare che il contenuto dei miei libri sia non convenzionale, e badate, non è affatto un titolo di merito: significa che quello che scrivo non è accettabile dalla maggior parte della gente, il che probabilmente fa di me una brutta persona.
A rendermi ancora più brutta c'è il fatto che la cosa non mi dispiace. Pessima, crudele individua qual sono. Anzi, uno dei motivi per cui leggo molto self è proprio cercare contenuto non convenzionale anche in altri autori/autrici.
Sta succedendo una cosa, ora, però. Sta succedendo che in molti si stanno accorgendo che con il self, come dicevo sopra, si guadagna, e dunque sfornano libri a questo fine. Non c'è niente di male. Anzi – e questa è una cosa che renderà felici molte lettrici – visto che l'obiettivo primario di questi libri autopubblicati è piacere a tutti, il loro contenuto è strettamente banale accettabile. Convenzionale. Finalmente! Non più diversità, grazie a Dio, ma copie di copie di copie, come Santa Madre Editoria ci aveva già insegnato ad apprezzare.
Ora, essendo io la brutta persona di cui sopra, ammetto che la cosa un po' mi dispiace. E dunque, che dirvi? Solo questo: se vi capita di trovare qualcosa di non convenzionale, soprattutto nel self, segnalatemelo :D

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