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Shangai, 2008. La più occidentale e consumista metropoli cinese è in trepitante attesa delle Olimpiadi. I suoi enormi grattacieli sono testimoni di una brulicante realtà fatta di vite frenetiche, attrazioni di ogni genere, negozi, ristoranti di lusso, ricchi lavoratori stranieri e facoltosi turisti che passano le proprie giornate tra shopping e locali. In questo ecosistema cittadino convulso e dinamico, che sembra configurarsi come un vero e proprio paese dei balocchi per turisti occidentali, si muove con edonistica non curanza Pierre, un ragazzo francese in attesa di una corposa eredità. E' questo lo scenario iniziale di "Non costa niente", graphic novel di Saulne edita da Coconino Press.
Pierre, come i suoi connazionali francesi e molti altri turisti europei, si lascia andare ai piaceri mondani di Shangai. Ristoranti di lusso, massaggi, feste, night club e avventure con ragazze facili in attesa del ricco pollo da spennare.
I giorni passano veloci tra una baldoria e l'altra, ma, con lo scorrere di questi, diminuisce anche il denaro, mentre l'eredità che Pierre sta aspettando tarda ad arrivare. Il ragazzo è dunque costretto dalla scarsezza delle sue risorse economiche a rinunciare a molti dei vizi che hanno accompagnato i suoi primi tempi nella città cinese, scoprendo, di conseguenza, l'esistenza di una Shangai diversa, lontana dal mirabolante mondo dove si muovono i suoi conoscenti. E' una città fatta di case fatiscenti, di vite umili e sguardi malinconici, dove trabicoli motorizzati si sostituiscono alle macchine lussuose e il consumismo sfrenato lascia spazio alla quotidiana parsimonia di chi tira avanti a fatica per sopravvivere.
Pierre si avvicina sempre di più a questa realtà, così lontana sia da quella che vivono i suoi amici sia da quella da dove proviene. L'occidente si fa sempre più lontano, aprendo il campo ad una nuova visione del mondo, ad un nuovo comparto di bisogni e priorità.
Pierre restringe al minimo i suoi desideri, mangia poco e cammina. Pierre cammina per risparmiare, cammina perchè "non costa niente" e così facendo inizia a conoscere se stesso in un modo del tutto inedito, a riprendere confidenza con una dimensione del proprio corpo con la quale non aveva mai dialogato: lo stomaco. Sentire il crampo del morso della fame è una sensazione che ci ricorda la nostra dimensione più visceralmente biologica, che mette in evidenza ciò che c'è sotto l'imponente e ingombrante ammasso sovrastrutturale delle nostre esistenze.
Pierre, come un Budda contemporaneo, sembra eliminare sempre di più i suoi bisogni e i suoi desideri , arrivando ad uno stato quasi atarassico, compiendo un viaggio introspettivo alla scoperta di se stesso, nella sua dimensione più essenziale.
Abbiamo parlato dei contenuti narrativi, ma strettamente collegato ad essi troviamo l'aspetto grafico, in particolare l'uso del colore. Le tavole di Saulne sono molto precise e ricche di particolari. Gli ambienti sono delineati con uno stile molto realistico, che permette di farci apprezzare a pieno le archittetture e l'atmosfera cittadina di Shangai. Anche i personaggi sono molto ben caratterizzati graficamente, strizzando l'occhio, soprattutto per le linee dei volti, ad uno stile tipicamente orientale, ma non risultando mai eccessivamente stilizzati. Tuttavia, come ho accennato prima, una delle principali peculiarità grafiche di quest'opera risiede nella colorazione. Nella prima parte, infatti, le tavole brulicano di colori scargianti e vivaci. Si respirà la mondanità della situazione, la meraviglia delle attrazioni e del lusso sfrenato. Ma andando avanti nella vicenda, man mano che Pierre si allontana da quel mondo fatto di luci e palazzi imponenti, anche i colori si fanno sempre più minimali, fino ad arrivare all'utilizzo della sola gamma di grigi. I colori ci parlano di quello che le parole non riescono ad esprimere, sono il simbolo del processo di scavo e sottrazione che ha portato all'eliminazione di tutto ciò che è superfluo, arrivando a raschiare il fondo dell'esistenza, quella base che fa parte di tutti noi, perchè è ciò di cui non ci possiamo liberare ed è ciò che ci contraddistingue. Il nostro cervello, le nostre viscere e le emozioni più basilari che derivano dal nostro essere calati nel mondo.
Per concludere, "Non costa niente" è un buon fumetto, che prova a mostrarci quanto sia difficile riappropriarsi di se stessi ed entrare in contatto con la propria dimensione essenziale, dopo che ci si è allontanati da esse in modo così estremo, partecipando a pieno al vortice del consumo e della modanità. Inoltre, l'opera di Saulne, risulta efficace nel mostrare la dicotomia di condizioni e visioni esistenziali che popolano una metropoli controversa e così squilibrata come Shangai, avvalendosi di una realizzazione grafica molto precisa e dettagliata.
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