Il papà, che vivrebbe di soli Mozart, Chopin e Jim Morrison, era scettico: "Violino? Giacomo? Ma se quando suono mi dice di non disturbare perché deve leggere! Non si siede al pianoforte nemmeno per sbaglio...".
Giacomo insisteva.
Si fissa un appuntamento alla Scuola di Musica. Il papà, pieno di dubbi e di belle speranze, accompagna il suo primogenito a colloquio con l'insegnante.
- E così tu vorresti suonare il violino!
- Io?
- Sì, non sei tu che vuoi prendere lezioni di violino?
- Io? No.
L'insegnante fissa il papà con aria interrogativa.
- Sono i tuoi genitori che vogliono che suoni il violino?
- No.
- ... Lo vuoi almeno vedere il mio violino? Ce l'ho qua.
- No, grazie.
Lo sguardo dell'insegnante si fissa di nuovo sul papà:
- Beh, mi sembra che non abbiamo più nulla da dirci...
- Pare anche a me.
Giacomo non ha dato spiegazioni. Di violino, non ne ha più parlato.
Il papà continua a suonare il piano. Giacomo continua a leggere.
A casa nostra, la musica è perennemente nell'aria.
Forse, qualcuno dei quattro figli, seguirà le orme di papà... forse.
"Ma hai visto Elia? Guarda come sta attento alla musica! Quando suono, mi salta sulle ginocchia e vuole schiacciare i tasti!".
Elia ha diciotto mesi. C'è ancora tanto tempo per sognare.
C'è anche il nonno, che era nella Nazionale di baseball. Su undici nipoti (otto maschi e tre femmine) nessuno gioca a baseball.
Forse, qualcuno dei nipoti più piccoli seguirà le orme del nonno... forse.
"Ma hai visto Elia? Guarda come tira la boccia! Che lancio, che braccio!".
Elia ha solo diciotto mesi. C'è ancora tanto tempo per sognare...