Incassato questo premio, durante la colazione mattutina abbiamo sfogliato i quotidiani locali e, naturalmente, le pagine sportive hanno attirato la nostra attenzione. La prima sorpresa arriva da Svenska Dagbladet: due pagine dedicate all’Hockey su Ghiaccio (una agli svedesi protagonisti nella NHL e una al campionato locale), una pagina al prossimo incontro tra Svezia e Irlanda di calcio dove non compare la parola Ibrahimovic; Si celebra l’ingresso nel club dei 100, i pochi giocatori al mondo che hanno collezionato 100 caps in nazionale, del trentenne centrocampista dello Spartak Mosca, Kim Källström. E, udite udite, una intera colonna dedicata alla nazionale femminile sempre di calcio impegnata il 6 aprile in Islanda. Decisamente troppo per i nostri occhi abituati agli stereotipi dei nostri quotidiani.
Forse abbiamo sbagliato fonte e ci buttiamo sull’altro giornale presente nella breakfast room dell’hotel, il Dagens Nyheter. Ancora due pagine di Hockey, la nostra crisi di astinenza è sanata da un servizio su Ibracadabra ma la chiave di lettura è ancora lontana dalle nostre abitudini: il confronto tra due campioni di realtà molto differenti che si ritrovano oggi a Stoccolma. Zlatan Ibrahimovic per giocare contro l’Irlanda, il norvegese Petter Northug per le finali di Coppa del Mondo di sci di fondo. Ne esce uno splendido parallelo per due uomini che si stimano reciprocamente e che nei rispettivi campi hanno cambiato una nazione e un mondo. In passato Northug ha detto che vorrebbe essere Ibra per un certo tempo, l’attaccante del PSG ha detto del norvegese volante: “E’ uno che va oltre i propri limiti, ha personalità e carattere. E non solo a parole. Dimostra sempre di essere il migliore”. Il giornalismo sportivo che ci piace.