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"Non dirmi che hai paura" di Giuseppe Catozzella- Feltrinelli /Reading

Creato il 17 febbraio 2014 da Marianna06

 

  

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Legàti per la vita da una parola, si rimane.

 

Alì  si è allungato come una lucertola e mi ha schiacciato un bacio bagnaticcio sulla guancia.

“Abaayo” ha detto lui. Sorella.

“Aboowe”, ho risposto io. Fratello.

Ci siamo rialzati, e via.

Eravamo liberi, di nuovo liberi di correre.

 

Il posto più bello della casa era il cortile, un cortile grande, ma grande davvero, con in fondo un enorme, solitario eucalipto .Il cortile era così grande che tutti i nostri amici volevano venire a giocare da noi. Come pavimento, in casa e ovunque, la solita terra bianca che a Mogadiscio s’infila dappertutto.

 

Da quando siamo venuti al mondo, ogni giorno io e Alì abbiamo condiviso il cibo e il bagno. E ovviamente i sogni e le speranze…

 

Tutto è bianco a Mogadiscio.

I muri degli edifici, bucherellati dai proiettili o mezzi abbattuti dalle granate, sono quasi tutti bianchi, o grigi, o ocra, o giallini ; comunque chiari. Anche le case più povere come la nostra, fatta di fango e di ramaglie, presto diventano bianche come la terra delle strade, che si deposita sulle facciate come su ogni altra cosa.

 

 (Pag. 8,9,10, 11)

  

Non-dirmi-che-hai-paura

 a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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