Non è che son pigra, giuro

Creato il 24 giugno 2014 da Sandalialsole
A dire il vero, mi sento un po' John Belushi. Le scuse le ho tutte e potrei arrivare anche io fino alle cavallette. Poi però resta il fatto che passano i giorni e io mi perdo via.
Poi arrivano i momenti come questo, in questa stanza di hotel a Barcellona, mentre fuori impazzano i fuochi della notte di San Giovanni; i momenti giusti. Quelli in cui torna il momento di scrivere.
Anche se non so bene cosa, perché mi manca il filo logico in questo lasso di tempo, se non quello delle grandi fatiche e delle grandi gioie.

Le grandi fatiche, nel rincorrere un progetto nuovo, che finalmente va in porto. E se è vero che le ore di sonno perse sono state tante, perché nessun progetto nuovo scalza mai i progetti vecchi, così tutto si affastella, tutto si aggiunge, tutto si affianca, è anche vero che l'entusiasmo è una molla incredibile.
E per me, che da 14 anni lavoro quasi esclusivamente online, è stato un bel ricominciare il tornare a lavorare sulla carta, con le gabbie, il timone, gli ingombri, le prime bozze, le ciano, il visto si stampi. Che poi è vero che è come andare in bicicletta; quando la inforchi ti ricordi subito come si fa.

E poi ci sono le gioie. Quelle piccole eh, che di cose piccole si vive anche. Una gita lavorativa fuoriporta. Un amico che si aggrega alla congrega delle comari del cineforum, confermando che il pettegolezzo non è sola prerogativa femminile. Un complimento sul lavoro. Una tre giorni di street art in città.

Gli spettacoli delle ragazze. Lo spettacolo di danza e la rassegna teatrale dove la creatura ormai spazia dalla recitazione alla scrittura dei copioni, dalla cura dei movimenti di scena alla regia, alla gestione delle tecniche.
E anche qui, la molla è l'entusiasmo. Altrimenti uno non si imbarcherebbe in una avventura che nel giro di un mese mette in pista sul territorio "1000 attori, 94 spettacoli in 25 luoghi", come recita la locandina.
E io, che dei 94 spettacoli ne ho visti un po', riconosco di essermi divertita, e tanto pure. Perché persino negli spettacoli dei bambini mi sono trovata sul palco attori in erba con il senso della scena, con il senso del ritmo, con il senso dei tempi teatrali da far invidia. Bellissimo.

E per concludere questo sconclusionato post, c'è un'ultima gioia privata. Venticinque anni non sono un punto di arrivo, né un traguardo. Una tappa importante però si. E sono felice di averla raggiunta.

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