Un servizio alle Iene di un paio di settimane fa, un articolo su uno di quei giornaletti che si ostina a comprare e a leggere mia mamma, uno di quelli pieni d gossip per capirci, quelli che hanno lo spessore di un pezzettino di carta igienica.
"Hanno portato via dei bambini a una famiglia perché la casa era in disordine" mi dice allarmata mia mamma. "Ma che vuoi che sia vero? Allora tre quarti delle mie amiche si vedrebbero arrivare gli assistenti sociali in casa!"
Anche se minimizzo e ci scherzo sopra questa cosa mi ha terrorizzato, mi rendo conto di guardare le istituzioni non come un valido aiuto ma come un nemico da evitare. La stessa cosa capitata con la logopedia: Ho tergiversato per un sacco di tempo (senza raccontarmi storie me ne sono accorta ai 2 anni che Samuel era indietro con il linguaggio) perché avevo paura di venir giudicata. Avevo paura che qualcuno mi dicesse che sono una pessima madre e che quindi i miei bambini sarebbero stati meglio da un'altra parte.
Ho vissuto con ansia la visita, e sebbene oggi, rassicurata dal fatto che la dottoressa che lo ha in cura continua a ripetermi che quanto sia un bambino felice, sereno, intelligente e ricettivo non posso fare a meno di sentirmi inquieta: avrei potuto fare di più? Potrei fare di più?
E se il postino entrando in casa vedesse il mucchietto di polvere in fondo al corridoio? E se la maestra un giorno mi chiedesse spiegazioni su quell'orribile maglietta irrimediabilmente macchiata che Gaia si ostina ad indossare? Per non parlare del disordine cronico che qui, ormai, è diventato un marchio di fabbrica. Per fortuna non riesco ad immaginare nessuno che, entrando in casa mia, debba aprire il mio armadio: verrebbe sommerso da una slavina di vestiti!
La realtà è che conosco pochissime persone ordinate, e non riesco a non considerare il loro comportamento compulsivo, gli ambienti sterili mi turbano... a meno che non mi trovo in ospedale o dal dentista. O a fare un tatuaggio... Insomma non in un appartamento dove ci vivono dei bambini.
Ma davvero è così facile che un bambino venga portato via? Il buon senso mi dice di no, poi la paranoia ha il sopravvento e non posso fare a meno che chiedermi "sono una brava mamma?" In realtà ci proviamo tutte ma tutte abbiamo i nostri limiti. Anche la mia, di mamma, ha fatto outing l'altro giorno "vi tenevo sotto una campana di vetro, non si poteva uscire se c'era vento, troppo sole, troppo freddo, troppo tutto." E se ha sbagliato lei come posso esserne immune io? Noi mamme siamo bestie strane, piene di dubbi e paure, ma nonostante tutto ci mettiamo un sacco di buona volontà.
In ogni caso la paura non mi ha ancora trasformato nella casalinga perfetta: i pavimenti sono perennemente da pulire, i giocattoli fanno ormai parte dell'arredamento, il fornello lo pulisco una volta alla settimana, e perdo le cose.