Non e’ il momento del silenzio

Domenica 13 febbraio sarò in piazza nella mia città  perché il pericolo che insidia le donne in questo  momento è il silenzio, l’apatia, la paura, la falsa modestia, la tolleranza.

Sì, il silenzio e la tolleranza possono rappresentare un pericolo per le donne.

 Non si può stare in silenziodi fronte ad una umiliazione sistematica delle donne, non possiamo accettare, passivamente, neppure il silenzio degli uomini.

L’umiliazione della donna la vediamo tutti i giorni. Immagini che rimandano ad una prototipo di donna che non esiste in natura. Giovanissime, minorenni, truccatissime, labbra gonfie innaturali.

Sono giovani italiane e straniere che spesso hanno alle spalle una vita grama, famiglie disastrate  e assenti, sradicamento, solitudine.  Non è sufficiente risarcirle con buste gonfie di denaro, gioielli, promesse di presenza in tv o di un incarico pubblico.

E’ una nuova ondata di sottomissione femminile che lascia sgomenti, ci si interroga sulla decadenza che avanza  e si teme il disarmo della coscienza collettiva.

Berlusconi, il primo ministro che si dimostra maestro nell’arte dell’umiliazione della donna, considerandola solo sesso e, da come si comporta, neppure quello. 

Non possiamo accettare, in silenzio, che il sollazzo  di un uomo anziano che può permettersi di comprare corpi femminili, grazie ai suoi miliardi ed un potere senza limiti, sputtani un intero paese e le donne di questo paese.

A questo punto è troppo facile solo indignarsi, occorre sentirsi coinvolti in questo sdegno. Il silenzio è un pericolo.

E’ un richiamo ad un sussulto di dignità.

Per le donne di tutti i giorni. Per le donne impegnate nei partiti. Per le donne che lavorano nelle imprese, nel volontariato, nella vita pubblica.

Per le donne che sgobbano tra casa e figli e lavoro, che studiano avendo davanti una prospettiva di una probabile disoccupazione o un lavoro da niente.

Per le donne che  non ricordano le lotte delle madri e delle nonne per ottenere parità di diritti e di considerazione.

Per la dignità della nostra vita e per l’onore del nostro paese.