Se c'è un motivo, però, per vedere questa triste favola firmata da Rob Reiner è l'incontro di due attori diversissimi e geniali come Jack Nicholson e Morgan Freeman, che interpretano due uomini prossimi alla morte in un reparto oncologico.
I soldi dell'uno e la timida eleganza esistenziale dell'altro danno via a un'improbabile scommessa: raschiare il fondo della vita, fare tutto ciò che né il denaro né il rispetto della vita da soli possono dare; e tutto ciò che non ha senso fare in solitudine. Così comincia la corsa di Edward e Carter a recuperare i propri sogni e far sì che vaghe nuvole diventino esperienze per sé.
Non in un volo notturno ai poli, in un lancio a rotta di collo da un aereo o in una corsa disperata in auto di lusso, almeno. Né nel lusso delle cose e delle persone. Ma sbaglierebbe chi pensasse che Edward e Carter non hanno la fortuna di trovare in questo luna park del mondo offerto dai soldi qualcosa di più vero, qualcosa di intimo e tutto loro.
Perché due uomini, messi di fronte a ciò che in loro ancora rimane di umano, confrontano questa loro essenza, la mettono a disposizione l'uno dell'altro, senza sovrapporvi altro che l'anima della loro vita, senza neanche scommetterci troppo. Nonostante l'estraneità di questa storia inverosimile, lo sguardo stralunato di Jack Nicholson e il sorriso indimenticabile, dolce e compassionevole, di Morgan Freeman ripagano l'attenzione e l'attesa di un pensiero più profondo su ciò che vuol dire essere ancora in vita.