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Pierino, alba di ieri 4 gennaio, il cielo verso ponente.
Naturalmente non la penseranno tutti così.
Chissà, magari il solito saccente, o meglio ancora, il solito banalista, sanno benissimo come stanno le cose.
Ne conoscono bene il funzionamento e sanno per quali condizioni ciò avviene.
Pensano, forse, che questo sia il caso di una sciocca infatuazione, o meglio ancora di una inguaribile fissazione.
Occorre conoscere la grammatica, e poi l’ortografia ma anche la sintassi, perché, di conseguenza, non si possono raccontare certi capolavori.
E’ come renderli informi prima ancora che incompiuti.
Ci diranno, magari, che è una cosa interessante, senz’altro, come poterla sminuire fino all’insignificatività, ma di cui non bisogna sopravvalutare la portata, e, soprattutto, gridare al capolavoro, come magari, senza nessun sforzo, fanno quelli come me.
Che si emozionano ogni mattina, affacciandosi dalla finestra, vedendo l’alba di ogni nuovo giorno.
Di un’emozione semplice, magari contemplativa ma mai comparativa.
Non mi interessa che lo spettacolo di oggi sia più bello di quello di ieri.
Mi basta sapere che non è come quello di ieri.