Non è il regime di Bashar al Assad il responsabile dell’attacco con armi chimiche del 21 agosto scorso, a seguito del quale gli Stati Uniti potrebbero intervenire militarmente in Siria. E’ la convinzione espressa da Pierre Piccinin, rilasciato ieri insieme a Domenico Quirico. “E’ un dovere morale dirlo – ha affermato, parlando con la radio Rtl – Non è il governo di Bashar al-Assad ad aver utilizzato il sarin o altri gas alla periferia di Damasco”. L’insegnante 40enne ha poi ammesso quanto “gli costi dire” tutto cio’, perche’ “dal maggio del 2012 sostengo fortemente l’Esercito libero siriano nella sua giusta lotta per la democrazia”. ’E’ un dovere morale dirlo. Non è il governo di Bashar al-Assad ad avere utilizzato il gas sarin o un altro gas nella periferia di Damasco”. Così Pierre Piccinin alla radio RTL-TVi, dicendo di avere sorpreso una conversazione tra ribelli in proposito insieme a Domenico.
Piccinin e Quirico ne sono ”certi” perchè lo hanno sentito in ”una conversazione che abbiamo sorpreso” tra ribelli, ha affermato l’insegnante belga. Piccinin aggiunge che ammetterlo ”mi costa perchè da maggio 2012 sostengo con decisione l’esercito libero siriano nella sua giusta lotta per la democrazia”. ”Per il momento”, però, ”per una questione di etica Domenico ed io siamo determinati a non fare uscire (i dettagli di) questa informazione”, ha affermato Piccinin facendo riferimento all’interrogatorio di Quirico in programma oggi e al suo quotidiano. ”Quando la ‘Stampa’ riterrà che è venuto il momento di dare dettagli su questa informazione, lo farò anch’o in Belgio”, ha spiegato l’insegnante belga. Piccinin racconta quindi che, quando lo scorso 30 agosto lui e il giornalista de ‘La Stampa’ hanno sentito dell’intenzione degli Usa di agire in seguito all’uso, attribuito al regime, delle armi chimiche ”avevamo la testa in fiamme”, perché ”eravamo prigionieri laggiù, bloccati con questa informazione e per noi era impossibile darla”.
Domenico Quirico ”ha subito due false esecuzioni con una pistola”. Lo ha rivelato l’insegnante belga Pierre Piccinin, il suo compagno di prigionia, alla radio Bel RTL. L’insegnante ha anche raccontato di aver tentato di fuggire due volte insieme a Quirico durante la loro prigionia in Siria. Una di queste volte, dopo due giorni di fuga, sono stati ricatturati e puniti ”in maniera molto pesante” per il gesto.
Abbiamo cercato di scappare due volte -ha detto Piccinin a Rtl- Una volta siamo riusciti ad andare abbastanza lontano. Abbiamo approfittato della preghiera, ci siamo impadroniti di due kalashnikov e abbiamo lasciato l’edificio. Per due giorni abbiamo corso nella campagna prima di venir ricatturati e venir puniti molto seriamente per questo tentativo di evasione”.
I rapitori ”ci trattavano come occidentali, cristiani, con grande disprezzo” ha raccontato Piccinin alla Stampa. ”Certi giorni non ci davano nemmeno da mangiare”, ha aggiunto Piccinin il quale ha raccontato che lui e Quirico sono stati fermati dalle truppe dell’esercito ribelle e dopo essere stati tenuti prigionieri per due mesi in gran segreto, hanno cominciato a vivere una ”terribile odissea” con continui spostamenti.
Piccinin ha poi ricordato in un’intervista al quotidiano ‘le Soir’ che, insieme a Quirico era entrato in Siria dal Libano il 6 aprile scorso. ”Due giorni dopo, eravamo a Qusseir, ed è là che l’esercito siriano libero (Asl) ci ha arrestato e poi passati alla brigata Abu Ammar, dal nome del suo capo”, ha raccontato, ”è gente mezza pazza, più banditi che islamici, più o meno legati al movimento Al-Farouk, uno dei principali gruppi ribelli anche se è un po’ scoppiato in questi ultimi tempi”.
Rainews24