Quei rari esempi che ancora si riesce a vedere in giro, zampettano come tarantolati da una gamba all'altra, fanno strani avvitamenti e cercano nel loro orizzonte ottico una costruzione che non c'è: il Vespasiano, elemento archittetonico cancellato dai moderni urbanisti (Hanno altro a cui pensare. La plebea urina? Puah!). Per questo oramai “l'anziano che cazzeggia per le strade e staziona nei bar” è in via di estinzione. Ma erano belli, dai. Li vedevi sorvegliare i cantieri in tutte le parti della città, oppure a controllare incroci trafficatissimi, scambiando due parole con i vigili, che là erano obbligati a stare. Tra loro e la linea di confine tra cielo e terra, si stagliava il cappello in paglia della Landini Trattori. La divisa invernale di ordinanza comprendeva pantaloni neri di gabardine con piega e risvolto da far invidia ai camerieri italiani in Svizzera, camicia blu postino quasi normale e pulloverino damascato contrario alla convenzione di Ginevra. D'estate, immancabile era il sandalo con calzini bianchi e la maglietta della più desolata crasi cromatica (rintracciabile anche oggi nella sezione scampoli dei peggiori mercati rionali). I discorsi che intavolavano con qualunque umano avesse avuto la sfiga di imbatterli – scremati da concetti inattendibili come “i preti sono sicari della FBI” e “le suore vanno a letto con gli UFO” - , attingevano da improbabili suggestioni e inesistenti letture. Usavano salmodiare in maniera zen (pretendendo l'attenzione generale) su banalità agghiaccianti come il gol su calcio d'angolo di Chiarugi o il filotto perfetto che fece Tonio il Gessista non più tardi di 12 anni fa. Se si avanzava una timida critica, assumevano un atteggiamento estremamente ostile, e chiudevano definitivamente il dialogo con il dogma “io ho fatto la guerra e tu no”. Tipiche erano anche le rivistazioni grammaticali e sintattiche delle loro affermazioni. “Sono sceso a pisciare il cane” e “in bicicletta bisogna attraversare la strada smontati”, sono entrati prepotentemente nell'appendice del Devoto-Oli. Ma erano simpatici, dai. Ora sono scomparsi; hanno tolto loro due accessori indispensabili: le panchine e i Vespasiani. La iattura della prostata li costringerebbe a bere troppi caffè. E poi, magari, la toelette è fuori sevizio...
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Quei rari esempi che ancora si riesce a vedere in giro, zampettano come tarantolati da una gamba all'altra, fanno strani avvitamenti e cercano nel loro orizzonte ottico una costruzione che non c'è: il Vespasiano, elemento archittetonico cancellato dai moderni urbanisti (Hanno altro a cui pensare. La plebea urina? Puah!). Per questo oramai “l'anziano che cazzeggia per le strade e staziona nei bar” è in via di estinzione. Ma erano belli, dai. Li vedevi sorvegliare i cantieri in tutte le parti della città, oppure a controllare incroci trafficatissimi, scambiando due parole con i vigili, che là erano obbligati a stare. Tra loro e la linea di confine tra cielo e terra, si stagliava il cappello in paglia della Landini Trattori. La divisa invernale di ordinanza comprendeva pantaloni neri di gabardine con piega e risvolto da far invidia ai camerieri italiani in Svizzera, camicia blu postino quasi normale e pulloverino damascato contrario alla convenzione di Ginevra. D'estate, immancabile era il sandalo con calzini bianchi e la maglietta della più desolata crasi cromatica (rintracciabile anche oggi nella sezione scampoli dei peggiori mercati rionali). I discorsi che intavolavano con qualunque umano avesse avuto la sfiga di imbatterli – scremati da concetti inattendibili come “i preti sono sicari della FBI” e “le suore vanno a letto con gli UFO” - , attingevano da improbabili suggestioni e inesistenti letture. Usavano salmodiare in maniera zen (pretendendo l'attenzione generale) su banalità agghiaccianti come il gol su calcio d'angolo di Chiarugi o il filotto perfetto che fece Tonio il Gessista non più tardi di 12 anni fa. Se si avanzava una timida critica, assumevano un atteggiamento estremamente ostile, e chiudevano definitivamente il dialogo con il dogma “io ho fatto la guerra e tu no”. Tipiche erano anche le rivistazioni grammaticali e sintattiche delle loro affermazioni. “Sono sceso a pisciare il cane” e “in bicicletta bisogna attraversare la strada smontati”, sono entrati prepotentemente nell'appendice del Devoto-Oli. Ma erano simpatici, dai. Ora sono scomparsi; hanno tolto loro due accessori indispensabili: le panchine e i Vespasiani. La iattura della prostata li costringerebbe a bere troppi caffè. E poi, magari, la toelette è fuori sevizio...
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