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“Non era morta ma stuprata”

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

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Non era morta ma ubriaca. E’ così che Clendy introduce la nuova trovata che sostituisce quella che settimane fa abbiamo contestato per aver messo in scena un’immagine che evoca il femminicidio. Numerosi giornali titolano questa immagine come se fosse un esempio di civiltà.

L’azienda- che vuole a tutti i costi far parlare di sè- ha, ancora una volta, dato sfogo al machismo del quale tutta la nostra cultura si nutre. Il maschio vittorioso della conquista del sabato sera, la donna che è ritratta nel modo più svilente per il fatto di essere stata “una ragazza facile”, ritratta in modo passivo, tramortito dai fumi dell’alcool come se la sua condizione- di essere ubriaca e di aver consumato una notte di sesso- fosse riprovevole.

Oltre alla solita rappresentazione della donna-oggetto, emerge un altro tassello che compone la nostra cultura sessista e prevaricatrice nei confronti delle donne: lei era ubriaca, lui no. Consumare rapporti sessuali con persone ubriache è violenza sessuale, questo è riconosciuto sia dal codice penale che sia a livello individuale, in quanto l’alcool rende l’individuo incapace di intendere e volere, dunque anche di esprimere il proprio consenso.

Inoltre, difficilmente la persona ubriaca si ricorda della notte precedente, difficilmente è collaborativa durante il rapporto sessuale. Si tratta di stupro, dunque e l’immagine sta mettendo in pratica una rappresentazione che esalta il gesto come una conquista del soggetto ritratto in scena.

Sulla diffusione epidemiologica delle pubblicità sessiste che ritraggono le donne in una posizione di subalternità sessuale, ci sarebbe da interpellare non solo le credenze di un’azienda fatta da sessisti che vogliono perfino far parlare di sè ma anche di un’intero paese che ancora oggi soffre di una disinformazione sessuale imbarazzante.

Sappiamo quanto è pericoloso diffondere pubblicità simili in un contesto di disinformati sessuali che a malapena riconoscono uno stupro da un rapporto consensuale. Un paese che, ancora oggi, colpevolizza le donne vittime di violenza sessuale, che le ritrae come consenzienti anche se hanno urlato in modo scandito il proprio no.

Un paese simile può offrire questi modelli senza alcuna consapevolezza e alcun senso di responsabilità? Può farlo dopo che moltissimi utenti si sono indignati per la precedente campagna?

E’ motivo di vanto, per un uomo, saltare su una donna ubriaca e venirle dentro con il rischio di metterla incinta contro la sua volontà o senza mettersi il problema che lei provi piacere o meno?

E’ da paese civile pensare che una donna dica sì solo dopo essere stata ubriacata?

E’ da paese civile offrire l’idea che essere ubriaca significa essere disponibile con un uomo?

Cosa ci fa lui con uno straccio in mano? Pulisce “le prove” del tradimento? (eh sì perché l’uomo può prendere lo straccio in mano non per pulire casa, ma solo per nascondere “le tracce” alla moglie).

Perché, carissima Clendy, il femminicidio può essere anche simbolico e lo stupro è uno di questi.



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