"C'era una volta il principe azzurro, con il suo bianco destriero.. " è così che siamo cresciute, immaginando il nostro prode cavaliere, l'uomo dei nostri sogni agghindato a principe, abbigliamento medievale e total-look blu. Fantasticare sull'amore della vita che indossa una calzamaglia color carta da zucchero e una vistosa piuma bianca sul copricapo era già abbastanza strano e ambiguo, ma i tempi non si sono fermati e l'uomo contemporaneo ha toccato vette inverosimili.
Superato lo scetticismo verso la calzamaglia per uomo in era moderna, le mode maschili hanno sdoganato il rosa per il guardaroba di lui, hanno approvato i jeans (molto) skinny per gli indie di mezzo mondo e hanno dato via libera ai pattern floreali. L'uomo è ormai libero di esprimere al massimo tutta la sua fashion attitude, svincolato dalle catene culturali e dai tabù della società. Si sa, questa è l'epoca della Metrosexuality e gli uomini ci sguazzano dentro che è una meraviglia, senza paura di esternare il loro lato più femminile e glamour. Vedere uomini più depilati di me, più truccati di me, più magri di me e vestiti meglio di me mi provoca ancora degli scompensi, soprattutto per la mia autostima e il mio essere donna, ma questa nuova frontiera dei ruoli sessuali mi affascina e l'approvo (anche se il mio stereotipo di uomo ideale deve mantenere una buona dosa di mascolinità).
Riflesso della società e vetrina dei nuovo mutamenti culturali-estetici, la moda interpreta i bisogni stilistici-esistenziali di noi mortali, anche quando il guardaroba da rivoluzionare è quello di lui. Abbandonati i rigidi diktat dei canoni maschili, gli stilisti danno ormai libero sfogo alla loro più perversa immaginazione e non hanno più paura di osare, sperimentare. Una gonna indossata da un modello non fa più scalpore, è storia ormai vecchia. E le ultime sfilate di menswear ne sono la prova.
Prima di partire con le mie solite polemiche e con la mia incompresa ironia, ci tengo a precisare che sono una fanatica sostenitrice dell'innovazione e del coraggio che molti stilisti riversano nelle loro creazioni, mi autoproclamo protettrice di tutti i geni ribelli che popolano il fashion system, che propongono interessanti collezioni con la giusta dose di audacia e follia. Sono pochi (ma buoni) gli shows che hanno presentato queste caratteristiche durante le ultime sfilate spring/summer 2013 menswear, tuttavia ci sono ancora molti fenomeni estetici che ancora non capisco. Chiamatela ignoranza o latente vena tradizionalista, ma io sono rimasta alquanto perplessa davanti ad alcune proposte, che voglio condividere con voi.
1) SANDOKAN
Etro
Jean Paul Gaultier
Invidia. Sono anni che cerco un turbante per me, con scarsi risultati, e adesso mi toccherà subire una miriade di ragazzi modaioli che ne sfoggiano uno con vanto e trionfo.
2) FINTI TATUAGGI
Dsquared
Non credevo ai miei occhi, ma poi mi sono documentata e ho avuto la triste conferma. A parte il fatto che le ragnatele tatuate non vanno più di moda dall'87, ma soprattutto l'idea del manicotto effetto tattoo è vecchia. E, diciamolo, non ha avuto molto successo.
3) GIGOLO'
Mugler
4) NUOVI ROCKY BALBOA
Versace
Donatella, io e te proprio non ci siamo capite. Ribadisco che aspetto Settembre per vedere cosa riesci a fare di meglio.
5) CONTADINE MINIMALISTE
J. W. Anderson
Una collezione dai tratti unisex che unisce maschile e femminile. Anzi, che avvicina l'uomo al suo lato più femminile.
6) ANNI '90 CON FURORE
Comme Des Garçons
7) CAPPELLAIO MATTO
Walter Van Beirendonck