Qualcuno si aspettava davvero che la legge contro l’omofobia proposta da Paola Concia avrebbe avuto una sola opportunità di superare lo scoglio dell’incostituzionalità proposta da UDC, Lega Nord e PDL?
Siamo davvero così ingenui da pensare che un governo che da sempre è portavoce di omofobia avrebbe permesso all’Italia di fare un passo avanti verso i diritti civili? Non è certo un segreto la cacciata di Buttiglione dall’Europa proprio sui temi legati all’omosessualità. L’Italia è il paese che ha, come europarlamentare, Mario Borghezio che, proprio in questi, ha offeso le vittime della strage in Norvegia (e aggiungerei, chiunque abbia un minimo di cervello) sostenendo che il fondamentalista cristiano che ha ucciso più di 90 persone ha idee “condivisibili”. Nessuno ha avanzato ipotesi di dimissioni, nessuno ha minacciato di espellerlo dal partito. A questo punto le parole di condanna di Calderoli e Bossi valgono meno di niente.
Davvero, quindi, ci aspettavamo che questa legge avrebbe potuto vedere la luce? Le abbiamo sentite tutti le scuse di Lupi per giustificare l’affossamento della legge contro l’omofobia: “Una legge del genere discriminerebbe gli eterosessuali”. Bene, benissimo! Allora o si estende la legge Mancino anche all’orientamento sessuale e all’identità di genere oppure la legge Mancino è una legge discriminatoria che va, seguendo il ragionamento di Lupi, abolita.
I cattolici, che, diciamocelo, di cattolico non hanno proprio niente, hanno una nuova strategia che è quella di accusare le “lobby” gay di voler “discriminare” gli eterosessuali. E si sentono assediati, i politici cattolici, discriminati, si sentono minoranza. Peccato che siano loro a decidere le sorti del paese, schiavi di un Vaticano che si occupa sempre meno di carità e amore e sempre più di interessi personali, potere e politica.
E mi sembra chiaro anche un altro dato: non si può dialogare con chi non sa farlo, è inutile chiedere diritti a gente che inneggia all’odio, che vuole la separazione del paese, che fa ancora il saluto romano. La strada delle richieste nei confronti delle attuali forze politiche è un inutile palliativo che serve ad alcuni a dimostrare che anche a destra c’è “attenzione” alle politiche sociali.
Non che a sinistra le cose vadano meglio. Ieri il PD urlava vergogna ma anche nel PD ci sono posizioni omofobe, e, soprattutto, il PD non ha una linea chiara sui diritti civili, non ci ha ancora detto se e cosa vogliono fare per le persone GLBT, non hanno ancora fatto sapere a nessuno quali sono le loro posizioni in materia di matrimonio, adozioni, promozioni di inclusione per le persone GLBT disagiate, politiche relative alle persone Trans (come, per esempio, il cambio di sesso sui documenti anche in mancanza di operazione), educazione e prevenzione dell’omofobia e molto altro.
La verità è che le nostre istanze non sono raccolte da nessuno e la comunità GLBT serve solo al momento del voto.
Allora che si fa?
Forse dovremmo cambiare le nostre regole e le nostre strategie, forse dovremmo smetterla di cercare un dialogo inutile e fuorviante, forse dovremmo smetterla di portare acqua al mulino degli omofobi quando più ne hanno bisogno.
Questa partita si vince facendo lobby, smettendo di andare in cerca di poltrone e/o appoggi, mettendo i politici davanti alle loro responsabilità, facendo dichiarazioni di NON voto che poi vanno rispettate, pretendendo chiarezza e programmi.
È chiaro che se l’omofobia in questo paese non ha trovato un argine è a causa di coloro che hanno votato a favore delle pregiudiziali. Ricordiamolo la prossima volta che qualche persone GLBT verrà uccisa, picchiata, stuprata e/o insultata. E, soprattutto, ricordiamo alla politica e ai politici che se sono al potere non lo devono di certo allo spirito santo.
Siamo noi che facciamo la differenza.
Prima lo capiamo meglio è per tutti.
Marino Buzzi
Magazine
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