Magazine Pari Opportunità

Non giudicare mai un libro …dalle tette!

Da Bambolediavole @BamboleDiavole

E’ di queste ultime settimane la diatriba che vede protagonisti Selvaggia Lucarelli, la giornalista del Fatto Quotidiano Elisabetta Ambrosi, Gad Lerner e Checco Zalone.

Riassumendo in breve:

La Lucarelli si è macchiata di un grave peccato, ha scritto un libro! Come può una donna con un florido seno scrivere un libro che non sia una banale e volgarotta parodia di 50 sfumature di vattelappesca?

Il fattaccio è stato fatto notare da Elisabetta Ambrosi, penna del Fatto Quotidiano, che ha ben pensato di scrivere una “recensione” del libro tralasciando però personaggi, trama, stile ecc ecc per dare ampio spazio e importanza al decolleté di Selvaggia ( e alle sue scarpe tacco 12 pitonate). Ovviamente parte un botta  e risposta dove, a distanza di giorni, partecipa Gad Lerner e a sorpresa  Checco Zalone che definisce un po’ arrabbiato la Lucarelli come:

“Quella con le tettone che fa tv…”

poiché tempo fa quest’ultima aveva espresso un’opinione personale sul film Sole a Catinelle. 

“Ieri al Festival della tv e’ stato chiesto a Checco Zalone se qualche critica gli avesse dato particolarmente fastidio. Ha risposto : ” Quella della tettona che fa tv che ha detto che ho colpito il figlio”. Alludeva a me e a un mio pezzo su Libero in cui dicevo che il suo ultimo film non era adatto ai figli di separati . ( e comunque dicevo che mi era pure piaciuto) Ora, avrei varie cosette da dire ma mi limito a due, caro Checco: la prima e’ che trovo deprimente il fatto che nella marea di stroncature feroci ai tuoi film e ad accuse di essere becero, volgare o addirittura filo-berlusconiano tu vada a citare me e tutto sommato una critica delicata in cui si parlava di sentimenti e questioni dolorose come le separazioni e il modo in cui i figli andrebbero protetti. Davvero coraggioso prendersela con me, anziché con nomi altisonanti, magari di una certa sinistra, che ti liquidano come un cabarettista miracolato. E poi: “la tettona che fa la tv.”. Quanta mestizia. Vorrei vederti a chiamare un critico o un giornalista uomo “quel ciccione o quel vecchio o quel culone che va in tv “. E non accade perché a un uomo poco evoluto la critica da una donna con le tette non va giù, la donna con le tette non scrive, va in tv. Allora io ti dico una cosa Checco: hai una figlia piccola. Mi auguro per te e per lei che se mai vorrà fare un mestiere splendido come quello di scrivere, possa essere giudicata sempre e solo per quello che scriverà , e non per la sua taglia di reggiseno. E fossi in te, contribuirei a prepararle un mondo migliore, popolato da uomini migliori, in cui il rispetto per le donne sia proporzionale ai tuoi incassi al cinema e non ai capelli che hai in testa. ( e ora con le battute becere siamo pari)”

(Risposta di Selvaggia Lucarelli alle critiche di Checco Zalone)

Ora, aldilà del libro che personalmente non ho letto e dei vari protagonisti, l’intera vicenda mi lascia basita e mi fa riflettere:

Selvaggia Lucarelli viene criticata per il suo aspetto fisico non per la sua bravura o la sua incapacità nello scrivere. Il suo lavoro viene ridicolizzato perché è una donna avvenente e il tutto avviene in quella che dovrebbe essere una RECENSIONE,  una CRITICA LETTERARIA e successivamente viene definita, quasi con sprezzo, “tettona” in questa ormai assurda “guerra delle tette“.

Mi domando come mai Checco Zalone non si sia limitato a criticare il libro, come Selvaggia ha fatto del suo film, e sia dovuto ricorrere a tale appellativo.

Tutte noi donne spesso siamo vittime di pregiudizi, non veniamo giudicate in base alle nostre capacità, dobbiamo lottare affinché queste ci vengano riconosciute e troppe volte capita che osservazioni e critiche sessiste vengano mosse da donne nei confronti delle donne ed è davvero una cosa intollerabile.

Perché una bella donna deve essere vista come una persona incapace di scrivere e/o dalle scarse capacità intellettive, ottima solo come abbellimento del solito programma televisivo che la vuole bella e muta? Perché nel momento in cui aspira a qualcosa di più, viene criticata perché sicuramente lo raggiungerà grazie alla sua quinta di reggiseno?

“Siamo state sue umili servitrici, cavallo di Troia per entrare in ogni trasmissione tv e ora all’improvviso scopriamo essere un ingombro perché ‘con le tette al massimo si va a Sanremo mica al Premio Strega’ e invece lei al premio Strega ci vorrebbe arrivare”

(Dialogo fra le tette di Selvaggia Lucarelli estrapolato dalla recensione di Elisabetta Ambrosi).

Cosa c’entra l’aspetto fisico con le capacità e le competenze che una donna possiede?

Forse per rispondere agli stereotipi imposti che spesso vogliono una donna dedita alla scrittura con determinate caratteristiche: Indispensabile è l’essere single, avere tanti gatti e poche diottrie a disposizione, bisogna inoltre essere affetti da misantropia acuta ed è gradito qualche problema mentale, abolita l’avvenenza fisica.

Perciò come “osa” una “tettona” che condivide post su facebook scrivere un romanzo?

Inoltre mi domando: ma se lo stesso libro fosse stato scritto da un uomo, l’avrebbero giudicato in base al suo “culone inchiavabile” (cit.), alla sua pancia, alla sua statura, ai suoi pettorali o al suo pene? Ma tanto si sa, anche se si fosse vestito come uno straccione, verrebbe comunque apprezzato: l’essere trasandato, per un uomo, fa tanto poète maudit, molto Baudelaire, così Bohemienne…tres chic!

Possiamo inoltre estendere queste riflessioni anche ad altri contesti, in ambito politico e  lavorativo per esempio, dove, già se sei donna ed occupi un posto di rilievo parti svantaggiata poiché c’è la probabilità che sei arrivata là a furia di favori sessuali, se poi sei pure bella il dubbio si trasforma in certezza. Poco importa quindi se hai sacrificato gli anni migliori della tua vita sopra i libri e hai acquisito le tue capacità e conquistato il tuo posto di rilievo studiando e grazie alle tue competenze. Sei donna, sei bella e quindi un’ incapace sgualdrina!

Selvaggia Lucarelli sarà sicuramente grata per la pubblicità gratis fatta da polemiche stupide e sterili. Alla fine credo che nessuno acquisterà un libro, lo leggerà o lo consiglierà all’amico solo perché la sua autrice è una maggiorata. Se si vuole  distruggere o osannare un libro buona norma vuole che si parli dei suoi contenuti e non delle caratteristiche fisiche della scrittrice;  si può dire che sia un libro noioso o fantastico, privo di contenuti, con personaggi banali o originali,  ma non far parlare le tette della sua scrittrice.  Immagino già Dante Alighieri stroncato dalla critica dell’epoca a causa del suo naso aquilino o  Alessandro Manzoni per il suo abbigliamento gagliardo.

Cara Selvaggia, ora mi rivolgo a te: la prossima volta che scrivi un libro fai attenzione allo shatush, potrebbero giudicare la tua scrittura anche in base a quello!

Pin@

Fonte: Qui, Qui 


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog