Ma non intendo maramaldeggiare con il rottamatore, sindaco di Firenze por gracias di Cl y volundat del pueblo, mi interessa più la frase che apre il post, pronunciata dal finanziere Guido Vitale. La prima parte non è altro che la sintesi delle trasformazioni dell’ultimo ventennio: l’essere amici del capitale, ma anche di sinistra, cioè il distillato del blairismo, schroederismo, veltronismo e via dicendo. Ma la seconda, quel “non ha letto Marx”, cosa che certamente Vitale non si è mai sognato di fare al pari di Renzi, è interessante, perché è una sorta di confessione inconscia: per essere amati dal capitale Marx non bisogna averlo proprio letto: evidentemente si attribuisce al vecchio Karl una capacità di far vedere le cose da una prospettiva diversa che inquieta i sacerdoti del pensiero unico. Di quelli per intenderci che pensano al mondo sociale ed economico come qualcosa di dato e assolutamente immutabile: una gaia scienza per la cattiva coscienza.
Tutto il resto da Durkheim a Bauman, come letture possono passare, pur se con la dovuta prudenza: in fondo sono descrizioni del mondo, non colgono la sua essenza nella trasformazione, anche se magari diversa dalla logica dialettica e dal materialismo storico. Certo con Renzi mi preoccuperei più degli U2, però che Marx sia ancora uno spauracchio per i redditi da sei cifre in su, testimonia dell’avversione verso qualunque coscienza critica e dell’attualità dell’oppressione che alimenta se stessa, pensiero centrale della Scuola di Francoforte. Cambiano solo gli strumenti e le blandizie. Purché, mi raccomando, non leggiate mai Marx che è un po’ difficile da rottamare.
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