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Non habemus Papam

Creato il 12 febbraio 2013 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

Benedetto XVI tiara idi Costanza Bondi

Incredulità, stupore, sconcerto, misti a curiosità, perché no? È uno scherzo, ci si domandava ieri? La solita bufala di Faccialibro? Una twittata impazzita? Uno scoop di cattivo gusto? Niente di tutto ciò: la Provvidenza ha i suoi piani e non si cura dei pronostici… Siamo, infatti, semplicemente di fronte a una forma di umanizzazione del papato. Ebbene, sì. Abbiamo “scoperto” che anche il Papa è un uomo, in carne e ossa, al pari di un qualsiasi nostro vicino di casa. Dice di non avere più le forze, ammettendo così il limite umano del rappresentante di Cristo in terra.

L’aspetto terrestre del pensiero divino è appunto ciò che lo definirebbe persona “non comune”, quando invece si è rivelato “uomo” nella sua più pura essenza carnale e si è palesato debole, sì, ma appunto umano. Nessuno di noi è in una posizione di esprimere giudizi. La storia deve prendere il suo corso, anche se non ne comprendiamo appieno le ragioni. Le forze fisiche diminuiscono, mentre quelle mentali sono sempre più vigorose: da qui, la decisione presa nella pienezza dei propri poteri di Papa Ratzinger di applicare il Canone 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico.

7 anni, 9 mesi, 10 giorni che devono portare al più alto rispetto di una delle più difficili decisioni. Una scelta ancor più responsabile, poiché presa da chi sarà ricordato, nella storia del mondo, per aver dichiarato guerra alla dittatura del relativismo. A cui si aggiungano la scelta della razionalità e l’umiltà del ritiro in raccoglimento di preghiera al servizio di tutti. Decisione, forse, inconsciamente preannunciata, già nel momento in cui Papa Ratzinger poggiò sulla tomba di Celestino V, regalandoglielo, il proprio pallio: guarda caso… proprio il suo predecessore che “fece il gran rifiuto”.

 



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