Magazine Diario personale

Non ho bisogno di leggere libri

Da Bangorn @MarcoBangoSiena

È uscito qualche giorno fa un articolo su una testata nazionale, in cui un giornalista intervista un Non-Lettore, definendolo proprio così. L’amico Davide, ne ha parlato in QUESTO POST. Leggetelo. Fatto?

Leggere è un lavoro da cani?

Leggere è un lavoro da cani?

Bene, Davide giustamente fa un’analisi su una presunta morte del libro, con un post che fa davvero riflettere.
Io, invece, da quell’articolo/intervista, ho avuto anche altri pensieri, nati soprattutto dai commenti in fondo al post. Alcuni attaccano il musicista intervistato, esagerando, e altri dicono che la scelta è sua quindi libera. Fin qui, quasi tutto bene. Dico quasi, perché ci sono anche interventi che si possono riassumere in:

Oh, ecco, qualcuno che finalmente dice che anche se non leggo, non sono uno stupido.

O qualcosa del genere. Insomma, pochi giorni fa era uscito un articolo con i risultati dell’OCSE che definivano l’italiano incapace di interpretare le frasi che leggeva. Un analfabetismo di nuova generazione, forse più pericoloso e insidioso di quello nel senso letterale. Perché è meglio non sapere leggere le lettere e le parole, piuttosto che non riuscire a capire il senso di quello che leggiamo.

Spaventoso

Spaventoso

Ed è così, perché se notate, sui social la gente spesso non comprende il senso dei commenti, o peggio ancora, sbagliano le interpretazioni degli articoli nei blog, scatenando spesso discussioni inutili. Questo nasce ovviamente dal mancato esercizio nella lettura delle frasi, che lo vogliamo o no. Con questo, non intendo dire che se una persona non legge non è intelligente, ma è sicuramente meno allenata mentalmente nell’interpretare gli scritti.

Ma si evince un altro problema, secondo me, da quei commenti: il cercare una giustificazione del perché non si legge. Il musicista dell’intervista è schietto e dice che leggere lo annoia. La gente che non legge, invece, trova una scusante diversa:

Non ho tempo per leggere

Che spesso si tramuta anche in frasi del tipo:

Ah, beato te che hai tempo di leggere. Io invece…

Il tempo è uguale per tutti. Abbiamo a disposizione 24 ore, e siamo noi a decidere cosa farne di quelle libere dal lavoro. Tutti credo che ci alziamo di buon’ora al mattino per andare al lavoro, torniamo per un pranzo veloce e poi di nuovo fino a sera. Possiamo quindi presumere di avere poco più di due ore libere a testa tutti i giorni, tolti i pasti e la vita famigliare. 2 ore su 24.
C’è chi le passa a giocare con una console, chi schiaccia un pisolino, chi guarda una partita, chi esce e va al bar.

Non ho bisogno di leggere libri

“Non ho tempo per… zzz…”

Io stesso, per 4 anni, vivendo da solo e lavorando come responsabile in un’azienda, avevo il compito di provvedere a mantenere in uno stato decoroso sia l’appartamento che me stesso. Quindi dovevo stirare, lavare, cucinare, pulire casa e fare la spesa. Più dalle 9 alle 10 ore in azienda. Eppure, ritagliavo uno spazio tutti i giorni per la lettura. Perché quello era ed è il mio interesse.

Trovo una cattiva abitudine doversi giustificare se non si pratica un’attività. Un po’ come se dicessi che non mi interesso di calcio perché non ho tempo o perché il calcio non mi renderebbe una persona migliore. Il calcio non fa per me. Punto.
Al contrario invece, l’italiano che si sente accusato dai sondaggi di essere il peggior lettore del mondo, cerca di giustificarsi con quei commenti. Basterebbe essere onesti, tutto qui, come quando sento quelli che, sì, un giorno scriveranno quel romanzo, ma la vita non glielo lascia fare.


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