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‘Non ho più notizie di me da tanto tempo’ A.M.

Da Occhidadonna

‘Non ho più notizie di me da tanto tempo’ A.M.Senza braccia, né mani, né gambe, neanche un piede per avvicinarmi o scappare.
Senza dita per farti cenno d’avvicinarti, che anche la vista se ne sta andando.
Sono tutta memoria, quella che ho capito e quella che non so raccontare, indigesta o un boccone troppo grande da poter mandare giù così su due piedi, quando ancora avevo i piedi.
Non ho colpa. Non si commette errore restandosene fermi e zitti, a pensare di morderti ma non avere neanche un dente per portare a termine il proposito.
Sono tutta rotta, non c’è una sola parte di me che non sia crollata. Per arrivare all’appuntamento, faccio il giro del palazzo con i miei pezzi dentro a un sacchetto della spesa. E anche la forza mi ha lasciata in quest’ultimo anno di urla da niente, per quel letto senza comodini e l’inutile agitarsi di braccia per nascondere fumo sotto al tappeto.
Mi siedo in ritardo al nostro tavolo, ti guardo da due pupille d’acquario svuotato e mi dico che sarebbe bellissimo se fossi ancora intera, per te. Senza graffi, con le unghie sane, i capelli neri, le frasi nuove.
Ti chiederei di sederti più vicino, di aspettare mentre si scioglie questo dolore annodato, senza far cenno ancora una volta a sbagli e sbadigli, ma lasciarti guardare i miei occhi mentre mi ricrescono le ciglia.
Questa notte saprei parlare, se avessi ancora voce.

Ti allontani d’un passo e io sento la fionda staccare il sasso.
Ho perso anche i riflessi e non ti chiedo di fermarti, di ordinare un altro bicchiere di vino e darmi il tempo per scaldare coraggio. Ho la volontà incastrata nella gola, se ti dico resta poi tu devi restare o dovrò buttare via un’altra parola e me ne restano così poche.
Resto muta e studio con la lingua le ferite brevi.
‘Facciamo l’amore stasera’ dici dall’altra parte di una frase allegra. La tua voce è diversa dalla mia: accorda l’attesa e mentre ti bacio riesco a pensare solo a ora.
Il mio ‘sì’ è sottile, non riesco a sentirlo. Arriva da lontano, dal ricordo di me che specchia il tuo minuto e mi decide.
Tu mi senti.


Filed under: Racconti, Racconti brevi

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