Vengo da una famiglia operaia, faccio parte di quello che una volta veniva definito Proletariato.
Io non ho mai avuto i soldi, non sono mai stato neanche lontanamente vicino al termine "abbiente".
Questo mi ha portato a fare due dolorose scoperte.
La prima è che "I soldi non fanno la felicità" è la scusa più usata da chi soldi non ne ha, io non so se sarei felice da ricco ma sicuramente farei molta meno fatica a vivere.
La seconda è che i debiti sono il cancro del mondo.
Sono fidanzato da 7 anni con una ragazza splendida ed ovviamente il discorso matrimonio ogni tanto salta fuori.
La cosa che più mi terrorizza dello sposarmi non è l'impegno di fedeltà e rispetto reciproco, quello sarei pronto a firmarlo oggi stesso.
Sono i debiti che devo contrarre per potermi sposare che mi spaventano.
I debiti portano al litigio esasperano le situazioni, perchè quando devi dei soldi a qualcuno non vivi tranquillo, ti senti continuamente mancare il fiato, vivi lottando con le unghie per arrivare a fine mese.
E questo ti distrugge dentro.
E' passato un pò di tempo dallo scoppio della più grande crisi economica di tutti i tempi e la speranza che le persone avessero imparato qualcosa è svanita presto.
Le persone continuano ad indebitarsi, a chiedere prestiti per andare in ferie, a comprare beni superflui grazie all'illusione del pagamento rateizzato, non prestando la benchè minima attenzione ai tassi d'interesse mostruosi e a quando realmente andranno a pagare quell'oggetto.
Continuiamo a spendere soldi che non abbiamo, a consegnare pezzetti della nostra vita in cambio di trenta spocchiosissimi denari.
Ormai viviamo e lavoriamo per pagare gli interessi, ci hanno fatto credere di poter vivere una vita al di sopra delle nostre reali possibilità ben sapendo di poterci strozzare quando gli farà più comodo.
Le banche hanno fatto le cose più becere ma nonostante tutto sono ancora al loro posto, ad incamerare tonnellate di denaro senza praticamente alcun rischio.
Noi abbiamo pagato i loro errori, è la gente comune che ha veramente pagato la crisi, ma nonostante ciò continuiamo a mettere la nostra vita nelle loro mani.
Fino a quando la prossima crisi ci sorprenderà ancora con i pantaloni abbassati, pronti a pagare il prezzo della nostra incapacità di vivere secondo le nostre possibilità
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