Magazine Diario personale

non importa se non so, tu, abbracciami

Da Chiara Lorenzetti

E così, tra poco si va a commemorare l’aurora che sfugge, la mano del destino che ha mozzato il capo, stravolto sull’asfalto.
E così si va, tra poco, a porgere l’inchino a chi ha vissuto d’un fiato strozzato, svegliato al mattino con 15 anni festosi e volato d’altri lidi che ancora non era sera.
E noi, umani, non sappiamo spiegare l’inarrestabile, le lacrime, il senso, il dolore, la fatica. Noi, adulti, ci chiudiamo in silenzi bui, in desolate caverne di sabbia ardente e là restiamo, a mettere sale sulle ferite dell’inafferrabile piano divino. E paurosi scaviamo parole per spiegare a chi quei 15 anni li ha, quale è il senso, che senso sai bene non c’è.

loro no
con i loro 15 anni scintillanti, arance mature appese al cuore a fare sempre Natale; loro che corrono anche senza piedi, loro che sorridono e si imbronciano nemmeno il tempo di girare la testa; loro che tanto non moriranno mai, che sfidano la vita, che si gettano a raccogliere le stelle in cesti arrotolati di desideri inespressi. Loro lo sanno dove va la vita perché se la spiegano tra loro.
Non temono l’amore, e si abbracciano sempre, loro, con i loro splendidi 15 anni, si abbracciano e si amano e si confortano e sono solidali. Anche di fronte alla morte. E non fuggono, non nascondono la testa e stanno abbracciati e ogni loro foto viene sostituita da quella dell’amico che, maledetto asfalto, se l’è portato via, e scrivono ovunque che gli vogliono bene e si abbracciano e ci sono. Punto.
loro no
con i loro 15 anni, se temono la morte, non stanno mai soli. Si cercano e gridano forte tra di loro il dolore e il pianto e ci sono.

Questi adolescenti sono la forza di cui ogni adulto ha bisogno ogni volta che precipita.

Chiara 


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