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non l'ho fatto a tredici anni, quindi lo faccio a venticinque

Creato il 19 marzo 2012 da Pesa
Il giovane Pesa, quello che oggi è un figo di tutto rispetto, ammirato e desiderato dalle masse, non era un amante sfegatato dei videogiochi come la maggior parte degli adolescenti mondiali. 
Noncurante delle novità videoludiche che si succedevano nel corso degli anni, ho sempre snobbato e guardato dall'altro verso l'alto questi appassionati sfegatati di videogames, giudicandoli, nonostante i miei trascorsi nerdistici estremi, degli sfigati senza via di ritorno.
Quand'ero un giovinetto bello e speranzoso, infatti, preferivo concentrarmi sul PC, spendendo soldi, sangue, fatica e diottrie rispettivamente su banchi di Ram, montaggio di lettori DVD (che comprende anche la fatica) e interminabili ore davanti allo schermo per poter portare il mio piccolo computer a prestazioni fuori dal normale. Con il passare del tempo però anche il PC perse il suo fascino e abbandonai, in un certo senso, la tecnologia nuova e avveniristica, per concentrarmi sulla materialità reale del divertimento e non quella dello schermo (qualcuno ha detto sesso!?). 
Poi, ieri, non so che mi sia preso. Entrando in un ipergigamercato, e vedendo a prezzo "stracciato" la famigerata consolle a marchio Microsoft, qualcosa è scattato in me. Quel brufoloso e goffo giovinetto di tredici anni che ero, è saltato fuori, e puntando dritto al mio stomaco ha sferrato un pugno, costringendo così a chinarmi, prendere la confezione della consolle, alzarmi sullo scaffale e trionfante prendere tra le mani Fifa 2012, per poi dirigermi alla cassa e pagare. 
Nel mentre che il mio Io giovane esultava e sorrideva dentro di me, il mio Io maturo pensava "ma che cazzo sto facendo!?". 
Il commesso passava la carta nel terminale Pos e continuavo a chiedermi "ma che cazzo sto facendo!?".
Mi avvicinavo alla guardia all'ingresso per far levare tutti i congegni malefici che non permettono ai malvagi di rubare e mi domandavo sempre più insistentemente "ma che cazzo sto facendo!?".
Finché non mi accorsi dell'orda di bambini sbavanti alle mie spalle che mi ammiravano, mi innalzavano a loro divinità e tirando le madri per la borsa urlavano, con le lacrime agli occhi «Mamma! Mamma! Guarda lì! Quel signore ha l'Xbox 360! Mamma!». Preso da orgoglio allora finalmente riuscii a trovare una risposta a quelle insistenti domande, e così sotto lo sguardo affascinato e ammiranti dei bambini guadagnavo imperiosamente la macchina, con la dolce metà al mio fianco che nel frattempo pensava «Ecco qua, l'ho perso».

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