Non lasciarmi

Creato il 21 marzo 2011 da Littleelo
Difficilmente potrei trovare un libro più straziante di questo di Kazuo Ishiguro. L'ho letto la scorsa estate, non senza un senso profondo di malinconia misto ad angoscia.
La trama è fantascientifica, ma come in tutti i grandi libri di fantascienza si allude ad una condizione umana presente o non così lontana. I protagonisti sono dei giovani "cloni", creati in provetta per produrre organi di ricambio agli umani "veri". La verità emerge lentamente, mentre si racconta dell'infanzia e dell'adolescenza (età le cui descrizioni - se magistrali come quella di Ishiguro - di per sé evocano sempre incanto, stupore e nostalgia) di tre di loro.
A ospitarli è un singolare istituto, con altrettanto singolari docenti e una direttrice del cui ruolo si capirà solo alla fine l'importanza. Quando i tre giovani crescono, vanno verso il loro destino senza tentare di scansarlo, docili e rassegnati alla missione per cui sono stati creati; anche se l'istinto alla vita e soprattutto all'amore è in loro altrettanto naturale e vero che negli umani, da cui di fatto nulla li differenzia.
Scoprire casualmente che è in uscita il film tratto dal romanzo ha riportato in me tutte le sensazioni provate mentre leggevo. Non credo proprio che andrò a vederlo, potrei piangere straziata per tutta la durata della pellicola. Soprattutto dopo aver letto un'intervista all'autore, che ha rivelato di aver descritto nel libro una metafora della condizione umana: "Il film è triste perché è una metafora della condizione di tutti... Al pubblico che si chiede: che senso ha vivere così, io rispondo: che senso ha vivere in generale, allora."
Eppure il libro è bellissimo e se il film sapesse minimamente ricreare qualcosa di altrettanto vero e umano varrebbe la pena di essere visto.

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